La fune

Produzione: Hermes Productions

Genere: Horror

Regia: Lucky McKee

Cast: Demian Bichir, Jamie Campbell Bower, Luke Evans, Charlie Hunnam, Jessalyn Gilsig, Lucy Lawless, Tamzin Merchant, Sean Harris, Lily Rabe,
James Cosmo , Ian McShane

Sinossi
Come ogni giorno, Edith prepara la cena per il suo Bernard di ritorno dopo una lunga giornata di lavoro nei campi. Tutto procede come al solito se non fosse per quella fune intrecciata e spessa un pollice che Bernard nota, al limitare dell’abetaia. Perché è lì? Chi ce l’ha messa, e dove porta? L’indomani Bernard si addentra tra gli alberi, e penetra a lungo nel bosco senza trovare, però, l’altro capo della fune. Gli abitanti del villaggio, ossessionati dall’enigma, organizzano una spedizione. Michael, Raymund e Ulrich si addentrano nel bosco per risolvere il mistero, ma il loro ritorno al villaggio scatenerà sgomento e panico.

L’ultimo film partecipante al debuttante Festival del Cinema Indipendente è “La fune”, ennesimo capitolo horror della Hermes Production, major che sta facendo di tutto per strappare lo scettro di “maestro dell’horror” dalle mani di Nuno.
Il soggetto del film è tratto da un romanzo di un autore a me sconosciuto, e ha la sua forza nel concept di fondo, quella misteriosissima grossa fune che appare improvvisamente ai bordi di uno sperduto villaggio fuori dal resto del mondo, e si addentra nella foresta, senza aver mai fine. Si accendono, quindi, quei sentimenti umanissimi di paura, mistero e voglia di conoscere che negli abitanti del villaggio, e naturalmente nel pubblico al cinema, provoca ansia e voglia sempre più crescente di conoscere l’esito del mistero.
Ambientata in un periodo non specificato, ma certamente non moderno, la storia si sviluppa su due piani paralleli: le vicende del gruppo di uomini che vanno alla ricerca della soluzione del mistero legato alla fune, e le vicende che accadono contemporanemente al resto degli abitanti del villaggio.
Gli ingredienti: il prete che intima i propri fedeli al timor di Dio e del potere del male, la pazza del villaggio che urla frasi che sembrano una pericolosa minaccia, il desiderio sessuale nei confronti di una bella ragazzina che corrompe la mente di un buon padre di famiglia, l’uomo che pare conoscere il resto del mondo perchè ha viaggiato molto, e che spinge per andare a scoprire il mistero, il giovane ragazzo che non viene ancora considerato dal resto degli uomini, le donne che rimangono a casa e che temono per la sorte dei loro mariti, il male che si insinua nelle menti di alcunui componenti (non voglio spoilerare), e naturalmente una soluzione del mistero che va oltre il naturale, con risvolti metareligiosi.
Tanti begli ingredienti che vengono impastati a dovere, sfornando un prodotto di buona fattura, che tiene incollati sulla sedia, pur con qualche sbavatura e piccole incongruenze, come quella che vede la piccola Janette, traumatizzata e giustamente sotto shock per la violenza subita, ma subito dopo disinvoltamente partecipante ad un festino sessuale che sconvolge il resto del villaggio. Oppure quella che vede il giovane Ulrich, alla fine della storia, fare la fine che vediamo, certamente meritata, ma per mano di colui il quale, per sua stessa natura, dovrebbe anzi vederlo come il proprio discepolo più devoto (accidenti, non posso spoilerare!). E proprio quel lungo sermone che questo “colui” ci propina per spiegare tutto quanto, mi è parso un tantino indigesto, come quelle omelie di tanti preti che non sanno fermarsi in tempo.
A parte questi aspetti, comunque, il film si dipana con ottima scorrevolezza, ottimi dialoghi e accurate ed efficaci descrizioni. Il tutto accompagnato da una bella e corposissima colonna sonora, sempre puntuale ad accompagnare a dovere tutti i momenti più densi di pathos del film.
Non conosco LUCKY McKEE, il regista del film, ma vedo che ha già alle spalle qualche pellicola di questo genere, quindi ci sta tutto. Il cast è composto da nomi non da star, a parte un paio di volti più conosciuti (JAMIE CAMPBELL BOWER e IAN MCSHANE). Tutti in parte, e facce giuste per i ruoli assegnati.
(recensione di Mastruccio)

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