The Masterpiece – Il Capolavoro

Soggetto e Sceneggiatura di Cesare Carugi

RUOLI:

 

RUFUS SEWELL T Walter Bellow

JOHNNY DEPP 6 Hans Zvellar

ELIZABETH BERKLEY [ Chloe Traubert

DONALD SUTHERLAND µ Professor Sam Shelby

HELEN HUNT a Mae Collins

 

 

CAMEO:

 

HANK AZARIA Î Harry Cohn

JACK CONLAY $ Frank Capra

PRUITT TAYLOR VINCE 1 Curtis

JEWEL KILCHER I Paula Potter

* Prima di passare alla lettura si fa presente che quando il carattere è di colore grigio, le immagini del film sono in bianco e nero, mentre quando il carattere è rosso le immagini del film sono a colori

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TITOLI DI TESTA

Alla macchina da scrivere, su un foglio bianco, qualcuno scrive i dettagli del film

Cesare Carugi presenta

Una produzione Cadillac Ranch Productions Inc.

Un film di Lawrence Kasdan

RUFUS SEWELL

JOHNNY DEPP

THE MASTERPIECE (Il Capolavoro)

 

Con (in ordine alfabetico):

ELIZABETH BERKLEY

HELEN HUNT

DONALD SUTHERLAND

Sceneggiatura di Cesare Carugi

Fotografia di John Toll

Musiche composte e orchestrate da Ryuichi Sakamoto

Prodotto da Cesare Carugi per Cadillac Ranch Productions Inc.

Diretto da Lawrence Kasdan

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SCENA 1 – EST. LOS ANGELES – NOTTE

AMBIENTAZIONE: 1997

Siamo sulle colline di LOS ANGELES. La Mdp inquadra un UOMO di spalle che si sta accendendo una sigaretta. Davanti a lui, come sfondo, le luci e i suoni della città, tra neon blu e sirene che impazzano. La Mdp stacca e inquadra le finestre di una VILLA e le luci che si spengono. La Mdp ritorna nuovamente sull’uomo, sempre di spalle che sta fumando. Si siede sull’erba, davanti al panorama notturno di Los Angeles. La Mdp zooma alle spalle dell’uomo. Comincia la voce fuori campo.

VFC:

Che dire di questa storia? Qualcuno sicuramente mi prenderà per pazzo, eppure dalle parole di un uomo mi viene da pensare, riflettere e dico “Cazzo, è vero, è tutto quanto vero… non ci vuole molto per capirlo!“… L’estenuante battere del tempo che cerchi di rincorrere ma che non raggiungi mai, va più forte di te ma sai già dove andrà a finire… “Se pensi al male, e se allo stesso tempo pensi al male tra quarant’anni, a che pensi in realtà?“… Bella domanda, che comporta un sacco di risposte, alle quale tutti possiamo dar ragione, e continuare a rispondere, rispondere, rispondere… ne uscirebbe una lista più lunga di quelle delle pietanze in un Wellington Restaurant… Vecchia storia?… No… Solo una vecchia nuova storia, che è antica di nascita, ma nuova di argomenti, e l’ha scritta un uomo, un giovane polacco di trent’anni arrivato non per sfondare, ma per portare la sua parola come una sorta di “Messia cinematografico”… sembra così complicato, ma a pensarci bene non lo è…

 

L’immagine diventa improvvisamente in bianco e nero.

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SCENA 2 – INT. ABITAZIONE – GIORNO

Ambientazione: 1937 – POZNAN, Polonia

La Mdp inquadra DUE MANI ALLA MACCHINA DA SCRIVERE, pronte ad iniziare la scrittura su un foglio bianco, illuminato dal sole che sta spuntando dalla finestra. Attraverso un montaggio frenetico, la Mdp inquadra una serie di primissimi piani: il FOGLIO, le MANI CHE BATTONO SUI TASTI, la FRONTE SUDATA di chi scrive, ilPIEDE DELLO SCRITTORE A TERRA CHE BATTE NERVOSAMENTE, le LABBRA DELLO SCRITTORE CHE SILENZIOSAMENTE SCANDISCONO CIÒ CHE STA SCRIVENDO. Poi La Mdp fa una panoramica della casa, ben ammobiliata e colma di QUADRI E MONILI, fino ad arrivare alla finestra dove viene inquadrato un PANORAMA DEL CENTRO STORICO DI POZNAN. Poi lo scrittore smette di battere i tasti. La Mdp inquadra il dito indice della mano destra che batte il PUNTO. La mano destra toglie il foglio scritto per metà dalla macchina da scrivere. STACCO

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SCENA 3 – EST. POZNAN – GIORNO

La porta di una palazzina si apre. La ripresa diventa a rallentatore. Dalla palazzina esce HANS ZVELLAR, 33 anni, capelli corti, faccia pulita, occhiali da vista, molto elegante, che attraversa la piazza con una cartellina in mano. La ripresa torna a velocità regolare. La Mdp stacca in un’inquadratura dall’alto della piazza, dove passeggiano alcune persone.

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SCENA 4 – INT. UFFICIO LUHZNY – GIORNO

Un ufficio ben arredato, con una bellissima SCRIVANIA CON PIANO IN VETRO, ARAZZI ALLE PARETI E DUE ELEGANTISSIME POLTRONE. E c’è un uomo alla scrivania: è OLIVER LUZHNY, 48 anni, elegante, che sta leggendo dei fogli. Si sente bussare alla porta. (DA QUI IL DIALOGO E’ IN POLACCO, CON SOTTOTITOLI)

LUHZNY:

Avanti

 

La porta si apre ed entra Hans Zvellar, con la solita cartellina in mano. Zvellar chiude la porta e si reca davanti a Luhzny.

LUHZNY:

Buongiorno Hans… dormito bene?

HANS:

Ho scritto tutta la notte…

LUHZNY:

Siediti… ti prego

 

Hans si siede, quasi affaticato.

LUHZNY:

Sei sempre dietro a quella storia d’amore?…

HANS:

No… l’ho mollata… ho una storia migliore…

LUHZNY:

Di che si tratta?

HANS:

E’ un film americano……

Hans mostra la cartellina con il copione a Luhzny. Luzhny osserva e fa una smorfia, poi si alza in piedi.

LUHZNY:

L’Europa fa così schifo?

HANS:

Che vuoi dire?

LUHZNY:

Guarda qua…

 

Luhzny mostra a Hans una pila di copioni sulla sua scrivania.

LUHZNY:

Sono 38 copioni per 38 film…… e 34 di questi sono progetti per film americani… film di gangster, pupe, whisky di contrabbando, grosse auto decappottabili, sale da gioco clandestine e variegati del genere…

HANS:

Qui non si parla di gangster movie

LUHZNY:

Forse non hai capito… qui si parla di AMERICA… A volte mi viene davvero il voltastomaco a leggere nomi di protagonisti come Frank, o George, o Jennifer, o note di produzione con su scritto “Per questa parte vedrei bene Edward G. Robinson, o Clark Gable, o Katherine Hepburn“… Torna alla tua storia d’amore, ti prego

HANS:

Ieri sera verso le 9 stavo alla macchina da scrivere e ho cominciato a pensare alla guerra che verrà… così ho cominciato a pensare “Se invece di stare dove mi trovo, andassi in qualche posto lontano da qui, e raccontare una storia lunga mezzo secolo, qualcuno mi crederebbe?” E poi confrontarla con la realtà…… Tra 50 anni se ne parlerà ancora……

LUHZNY:

Quanti copioni hai scritto per le mie produzioni? Undici?

HANS:

Dodici

LUHZNY:

Dodici, bene…… Ottimi lavori, Zvellar…… ma anche tu non infangarti col mito di Hollywood, con le star da passerella e con i dollari sonanti…… noi sappiamo poco di quel paese, e forse è meglio così…

HANS:

Quindi non vuoi nemmeno leggerlo…

LUHZNY:

Hai indovinato… non voglio nemmeno leggerlo

 

Luhzny si volta di spalle e PRENDE UN BICCHIERE, servendosi del whisky da un mobile bar. Hans sembra quasi offeso. Si alza dalla poltrona posando la cartellina con il copione su di essa. Poi si reca verso Luhzny, che è sempre voltato.

HANS (Con tono deciso):

Beh, io me ne vado a Los Angeles……

 

Luhzny si volta, con in mano il bicchiere di whisky. Torna alla scrivania restando in piedi dietro ad essa. Dal volto si nota che non approva l’idea di Hans.

LUHZNY:

E così vuoi mollarmi?

HANS:

Io non mollo nessuno……è che ho 30 anni, e se continuo a lasciare tutti i miei sogni nei cassetti della cucina va a finire che invecchierò ad una macchina da scrivere mentre scrivo la solita storia d’amore a lieto fine……

LUHZNY:

Sei così deciso, eh?

HANS:

Nessun rancore, Oliver…… mi piace la storia che ho scritto, e mi piacerebbe vederla realizzata…… tu sei il produttore più potente che conosca e se presento questo copione ad altri so già che mi sbatterebbero la porta in faccia……

LUHZNY:

Rispetto la tua decisione… e il tuo coraggio…… buona fortuna…

 

Hans rimane un po’ attonito. Luhzny si risiede alla scrivania e posa il bicchiere. Poi continua a leggere i fogli. C’è silenzio. Parte un sottofondo musicale di violino. Hans senza dire una parola recupera la sua cartellina e si reca verso la porta. Prima di uscire si volta nuovamente verso Luhzny, che non lo considera per niente. Poi afferra la maniglia e apre la porta. STACCO

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SCENA 5 – INT. UNIVERSITA’ CINEMATOGRAFICA DI LOS ANGELES – CORRIDOIO – GIORNO

AMBIENTAZIONE: 1997

Si apre una porta dell’università, che dà in un corridoio completamente vuoto dove, nei due lati, ci sono una serie di stipetti degli universitari. Entra nel corridoio WALTER BELLOW, 30 anni, capelli neri e occhi infossati. Ha in dosso una camicia a scacchi e un paio di jeans. Sotto mano ha un libro di cinema. Avanza attraverso il corridoio, poi si ferma davanti alla porta di un’aula dalla quale escono delle voci. Walter entra.

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SCENA 6 – INT. AULA – GIORNO

E’ una GROSSA AULA, con SCHIERE DI SEDIE NEL CENTRO E UN PALCO CON UNA CATTEDRA A MEZZALUNA TEMPESTATA DI SEDIE GIREVOLI, MICROFONI E BOTTIGLIE D’ACQUA PIENE. Ci sono in tutto VENTI STUDENTI NELL’AULA, sparsi in qua e là. Alla cattedra sta tenendo una lezione di cinema il professor SAM SHELBY, 57 anni, capelli bianchi e viso scarno, occhi azzurri. E’ ben vestito, con cravatta e giacca grigia. Walter, con un leggero sorriso stampato in volto, si siede nell’ultima fila.

SHELBY (Agli studenti):

…Sembra incredibile, ma Capra e Riskin non sapevano che pesci prendere per concludere degnamente un apologo affascinante, ma forse troppo ambizioso. Era il regista a stare più tranquillo… (Atteggiandosi)Smettila di preoccuparti, Bob, sarà lo stesso film a dettarci il finale“… (la classe ride divertita)… ma lo sceneggiatore replicava (sempre atteggiandosi)… “Frank, è un delitto cominciare a girare un film senza sapere come va a finire!(la classe ride ancora)… E perciò Capra dovette girare cinque finali diversi per poi lasciare il verdetto al pubblico delle anteprime… Le parole di Capra furono (atteggiandosi)Eppure il pubblico, vale a dire i John Doe per i quali e sui quali avevo fatto i miei film, uscirono dalle sale come delusi e non c’entrava quale finale avessero visto…“… Dopodiché, Capra ricevette una lettera firmata “John Doe” che diceva “Ho visto il suo film con tanti finali diversi……tutti sbagliati, ho pensato…(La classe ride)… “…L’unica cosa che può impedire a John Doe di uccidersi sono gli stessi John Doe… se glielo chiedono loro“… Capra girò e inserì questo quinto happy end, ma non fu mai soddisfatto fino in fondo. Questa prima produzione indipendente di Capra fu girata in un clima storico e politico inquietante. A muovere i fili del burattino John Doe è infatti un magnate dell’informazione con tendenze totalitarie nazi-fasciste. Tant’è vero che nel copione originario passava il tempo a leggere il “Mein Kampf”…

 

Shelby si accorge di Walter in ultima fila. Walter gli fa un sorriso. Shelby ricambia e poi continua la lezione.

SHELBY:

A questa moderna incarnazione maligna, l’umanesimo cristiano del regista contrappone una figura quasi cristologica, almeno trasparente nell’ultima parte del film. E’ interessante notare che il tentativo di suicidio, in entrambi i casi sventato dalla Provvidenza, accomuna il personaggio di Long John Willoughby a quello disperato di George Bailey di “La Vita E’ Meravigliosa”, un film attraversato dall’analogo pessimismo che ormai contamina la commedia “capriana”.

 

Alla parete estrema dell’aula si nota un grosso schermo da cinema.

SHELBY:

Ma adesso vediamolo… signorini e signorine…… “Arriva John Doe”, di Frank Capra, anno 1941

 

Shelby spegne la luce dell’auditorium e fa un cenno in alto davanti a lui. Parte la proiezione di “Arriva John Doe”. Mentre gli studenti guardano il film, prendendo appunti, Shelby si reca verso Walter. Gli dà un piccola pacca sulla spalla e gli fa cenno di seguirlo. Shelby esce dall’aula, Walter lo segue. La proiezione del film prosegue.

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SCENA 7 – INT. CORRIDOIO – GIORNO

Shelby è alla distributrice automatica del caffè e infila alcune monetine. Dalla porta dell’aula sbuca Walter. Shelby si volta verso di lui sorridendo.

SHELBY:

Ah… Walter Bellow di Saginaw, Michigan…… come stai, Walter? (Tendendogli la mano)

WALTER:

Bene professore, lei come sta? (Stringendogli la mano)

Shelby si volta nuovamente verso la distributrice e prende il suo caffè.

SHELBY:

Non male, non male……

WALTER:

Non cambia mai, professore…… ancora Frank Capra…

SHELBY:

I suoi film sono l’unico stimolo che mi sia rimasto…… vuoi un caffè?

WALTER:

No, grazie…… dormo poco la notte…

SHELBY (Bevendo il suo caffè):

Allora, Walter…… Siamo in dirittura d’arrivo, quanti esami ti mancano?

WALTER:

Mi manca solo la tesi…

SHELBY (Sorpreso):

Davvero?…… Bè, in effetti, a pensarci bene…… non frequenti da più di un anno…

WALTER:

Si sente sempre più responsabilità sulla famiglia……

SHELBY:

Ti sei sposato?

WALTER:
No, ma vivo con una ragazza…… ci sposeremo il prossimo anno…

SHELBY:

Bene, bene…… Non mi hai ancora detto cosa sei venuto a fare qui…

WALTER:

Un film di Frank Capra per la mia tesi…

SHELBY (Sorridendo):

Mi rendi l’uomo più felice della Terra…

WALTER:

Avevo pensato prima a “Signora Per Un Giorno”…

SHELBY:

Non è una cattiva idea… meno conosciuto di altri

WALTER:

Poi avevo deciso di fare un salto negli anni e di passare a “Arsenico E I Vecchi Merletti”…

SHELBY:

Mmm… non ti conviene……C’è già Leo Brody che lo porta come tesi…

WALTER:

Perciò mi sono fermato a metà strada……

SHELBY:

“L’Eterna Illusione”?

WALTER:

“Orizzonte Perduto”

SHELBY:

Buona idea…… se non altro non è una commedia…

WALTER:

Potrei contare su di lei?

SHELBY:

Certo… un po’ di aiuto lo avrai anche da me…… ma ti consiglio anche di consultare gli archivi della Columbia Pictures…… lì ho un’amica, Paula Potter, che fa la segretaria all’archivio principale… dille pure che ti mando io…

WALTER:

Ok… non so come ringraziarla…

SHELBY:

Ah… niente… lascia fare…… Un aiuto al mio miglior studente è d’obbligo…

 

Shelby getta la tazzina vuota del caffè in un cestino alla destra della distributrice automatica. Poi i due si stringono la mano.

SHELBY:

Bè, è ora che torni in aula…… mi ha fatto piacere rivederti, Walter… fatti vivo per metterci d’accordo sulla tesi…

WALTER:

Lo farò…… e non beva troppi caffè…

SHELBY:

Ah, io ormai sono vecchio e dormo poco comunque…

 

I due si sorridono. Shelby fa un cenno per salutare Walter.

WALTER:

A presto, professore…

 

Shelby rientra in aula. Walter si reca verso l’uscita.

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SCENA 8 – INT. CASA DI WALTER – NOTTE

E’ una CASA IN STILE MODERNO. La Mdp fa il giro di alcune stanze, la cucina e il salotto. Poi la Mdp fissa un televisore a schermo piatto spento. Davanti al televisore ci sono Walter e la sua ragazza CHLOE TRAUBERT, 26 anni, capelli biondi ricci, occhi azzurri e bocca carnosa, snella e attraente. Chloe e sdraiata sulle gambe di Walter. I due si osservano. Walter le accarezza i capelli. La Mdp zooma lentamente su di loro.

WALTER:

Mi dispiace se ultimamente mi trovi un po’ distaccato… è solo questione di tempo… la tesi e tutto il resto… comincio davvero a pensare che sarà una dura cavalcata…

CHLOE:

Amore, non preoccuparti, ti capisco benissimo… e quando ti sarai laureato tutto sarà di nuovo come prima… è questione di tempo, l’hai detto anche tu…

WALTER:

Mi dispiace che te ne stai sola tutto il giorno, e anche qualche sera…

CHLOE (Dopo alcuni secondi di silenzio):

Ho trovato un lavoro…

WALTER:

Davvero?

CHLOE:

Al Million Dollar Fashion…

WALTER:

Quel negozio di abbigliamento sulla quarantasettesima?

CHLOE:

Esatto… è un lavoro part-time…… che ne dici?

WALTER:

Cosa ne dico?…… se sei sicura di poterti organizzare, accettalo…

CHLOE:
Io… credo di poterlo fare… ho già avuto esperienze nel campo dell’abbigliamento…

WALTER:

Ne parli come se credessi di farmi un dispiacere…

CHLOE:

E’ vero

WALTER:

E perché?

CHLOE:

Bè, non lo so… a volte abbiamo parlato di lavoro, ma era come se tu non gradissi l’argomento…

WALTER:

Ti sbagli… accettalo, ti prego

CHLOE (Sorridendo):

Ok…

 

Walter e Chloe si baciano. Poi lui la osserva e le fa un sorriso, accarezzandole il volto.

WALTER:

Sei bellissima…

 

Lei fa un timido sorriso. Lui ricambia e continua ad accarezzarle i capelli. Poi prende il telecomando del televisore.

WALTER:

La cassetta è dentro?

CHLOE:

Se non l’hai tolta tu ieri…

 

Walter accende il televisore. Scorrono le immagini di “Orizzonte Perduto”. Vediamo una scena del film (DIALOGO TRA RONALD COLMAN E JOHN HOWARD). La Mdp zooma verso il televisore fino a che l’immagine del film trasmesso non diventa a tutto schermo.

RONALD COLMAN:

Hai scritto il rapporto?

JOHN HOWARD:

Si, Bob…

RONALD COLMAN:

E che abbiamo salvato novanta persone?

JOHN HOWARD:

Si

RONALD COLMAN:

Siamo bravi… e hai scritto che abbiamo lasciato diecimila cinesi là sotto a farsi massacrare… No… Questo non l’hai scritto… loro non contano…

JOHN HOWARD:

E’ meglio che ti riposi, Bob…

 

STACCO

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SCENA 9 – INT. UFFICIO HARRY COHN – GIORNO

AMBIENTAZIONE: 1937 – HOLLYWOOD, LOS ANGELES

La Mdp allarga il campo, mentre la scena di “Orizzonte Perduto” va avanti. Ci rendiamo conto che l’immagine è di nuovo in bianco e nero. Siamo nell’ufficio di Harry Cohn, il presidente della Columbia Pictures. HARRY COHN, 46 anni, capelli neri, orecchie a sventola, elegante, è davanti allo schermo che guarda il film. La stanza è oscurata. Poi spegne il proiettore e va ad aprire le tende dell’ufficio. La stanza si illumina nuovamente. Poi si volta verso qualcuno che rimane fuori campo.

COHN (Girellando per la stanza):

Se lo ricordi bene… è un’anteprima assoluta… uscirà il 14 marzo per il pubblico… è finora il progetto più rischioso che la nostra casa di produzione ha appoggiato… avremmo potuto risparmiare una quantità notevole di denaro, ma quando lavori con Frank Capra cerchi sempre di assecondare le idee del genio, giusto? Quello che voglio dire è che per come me l’ha descritto lei, il suo progetto è ancora più rischioso, e difficilmente Frank si farà acchiappare dalla proposta… Frank Capra non è una persona sola, sono lui e Bob Riskin, Bob Riskin e lui… Due persone in una… non muoverebbe un dito senza di lui, al momento chiaramente…

 

La Mdp stacca su Hans Zvellar seduto sulla poltrona dell’ufficio di Cohn, davanti alla scrivania dove è posto lo schermo e il proiettore.

HANS (Con chiaro accento straniero):
Non sto cercando modestia, ma il mio copione ha requisiti diversi dai soliti copioni… ci pensi bene…

COHN:

Sono sicuro che sarà un buon copione, e conosco le produzioni di Oliver Luhzny…… non creda che noi americani consideriamo solo le nostre produzioni… Ho visto “Destini diversi”, l’ha scritto lei, giusto?

HANS:
Si

COHN:

E ha anche un’ottima dote di scrittore… magari dovrebbe provare a cercare più versatilità… voglio dire, le storie d’amore piacciono, sono una moda attuale, ma come ogni moda, presto sparirà…

HANS:

Questo copione non è una storia d’amore… cioè, è una storia d’amore che si protrae per cinquant’anni… e tutto con i dovuti cambiamenti ambientali, politici, tecnici…

COHN:

Quante copie ha di questa sceneggiatura?

HANS:
Due

COHN:

Mi lasci una copia per me… lei si fermerà a Los Angeles per molto?

HANS:

Non ho fatto ancora piani per rientrare a Poznan…

 

Bussano alla porta dell’ufficio.

COHN:

Avanti

 

Dalla porta fa capolino FRANK CAPRA, 40 anni, regista, volto scolpito, capelli neri corti e mascella prorompente.

CAPRA:

Disturbo?

COHN:

Entra, Frank…

 

Capra entra nell’ufficio. Zvellar si alza in piedi.

COHN:

Frank, ti presento Hans Zvellar, viene da Poznan, in Polonia

 

Capra e Hans si stringono la mano.

CAPRA:

Piacere

HANS (Intimidito):

E’ un onore…

COHN (A Capra):

Il signor Zvellar è uno sceneggiatore ed è venuto a lanciarci una specie di sfida…

HANS:

No, non mi permetterei mai…

COHN:
Ha portato uno script con sé, vorrebbe gli dessimo un’occhiata…

CAPRA:

Credo non ci sarà problema… di che parla?

COHN:

Glielo dica, Zvellar…

HANS (Intimidito):

E’ una storia d’amore che si protrae per cinquant’anni… ma quello che viene descritto di più non è la storia più di tanto… più che altro sono i cambiamenti interni della società che vengono descritti…

CAPRA:
Cosa ha? Un’ambientazione ottocentesca o qualcosa di simile?

COHN:

E’ qui che viene il bello…

CAPRA:

Perché?

HANS:
Va dal 1937 al 1987…

 

Capra rimane perplesso.

CAPRA:

Bè, vede Hans… posso chiamarla Hans?…

HANS:

E’ il mio nome…

CAPRA:

Bene…… Vede, Hans… ne sono già successe di cose in passato nella cinematografia europea… soprattutto Lang con “Metropolis” ha offerto uno spaccato di fantascienza veramente appropriato e molto fedele… Non so se la mentalità di un cineasta medio è pronta a fare il salto di qualità… voglio dire, l’argomento è già impegnato di suo, poi se ci mettiamo la penna di un polacco… oh, con questo non voglio certo offenderla, ma certo lei sarà abituato a tutt’altro cinema…

HANS:
Vede, Frank… Posso chiamarla Frank?

CAPRA:

Come vuole…

HANS:
Vede, Frank… il bagaglio culturale di cui dispongo non credo sia una cosa da buttar via… praticamente sono cresciuto con film francesi e americani, e fuori dai film dell’Europa dell’est… voglio dire, questo è un film americano, con interpreti americani, e su un argomento quasi completamente americano…

COHN:

Scusi se la interrompo, Zvellar… ma sono tempi duri per il cinema… la pellicola costa, il personale costa, i registi costano, per non parlare degli attori… Difficilmente una casa di produzione come la nostra, in costante ascesa, rischierebbe in un progetto così ambizioso… se solo fossimo stati più potenti e meno poveri…

CAPRA:

(a Cohn)… Ti prego, Harry, adesso non demoralizziamolo… io direi di tenerci una copia della sceneggiatura e di valutare la cosa… credo che non sia giusto uccidere il mulo senza appurare che il mulo non è necessario… con questo non voglio darle del mulo, chiaramente, Hans…

HANS:
Non mi toccano nemmeno un po’ le sue provocazioni, Frank… perché lei non è mai stato con un produttore come Oliver Luhzny…

CAPRA:

Mi scusi, Hans, la prego… fa parte del mio carattere…… non sto cercando di provocarla, sto solo stendendo un velo un po’ umorista sulla faccenda, comunque per evitare di sembrarle troppo rigido… Io direi di sentirci nuovamente la prossima settimana… così definiamo il tutto, che ne dice?

HANS:
Per me va bene, non ho stabilito niente per tornare a Poznan…

COHN:

Si, anche per me va bene…… diamo un’occhiata al copione e le facciamo sapere se può prestarsi alle nostre corde…

 

Hans consegna una copia della sceneggiatura a Capra. Capra la guarda. Sul fronte pagina c’è scritto:

THE LOVE THAT WILL BE

(L’Amore che verrà)

 

Screenplay by

 

HANS ZVELLAR

 

Capra guarda il fronte pagina e si volta verso Hans.

CAPRA:

Bel titolo…… intrigante…

HANS:

Il bello viene dalla pagina seguente in poi…

 

Hans si reca all’uscita dell’ufficio, accompagnato da Cohn e Capra. Hans stringe la mano ad entrambi.

COHN:

Piacere di averla conosciuta, Zvellar…

CAPRA:
Buona fortuna, Hans… e buona permanenza… ci faremo sentire presto…

HANS:

Ok… è stato un onore…

COHN:

Buona giornata…

 

Hans esce dall’ufficio. La scena rimane nell’ufficio di Cohn. Capra sfoglia velocemente le prime cinque pagine del copione. Cohn lo guarda quasi con aria contrariata.

CAPRA:

Che ne pensi?

COHN:

Penso che siamo in un clima difficile… immaginiamocelo sul serio un film americano scritto da un polacco…

CAPRA:

Che ne sappiamo? Magari è un capolavoro…

COHN:

Ti do l’onore di leggerlo…

CAPRA:
Dovrò passarlo anche a Bob

COHN:

A volte dovresti decidere il tuo futuro anche senza Bob Riskin…

CAPRA:
Che vuoi che ti dica? Ormai non faccio più un passo senza di lui… mi manca il fegato…

COHN:

Fammi sapere…

 

Capra annuisce con la testa. Poi Cohn chiude nuovamente le tende e accende nuovamente il proiettore. Capra e Cohn tornano a guardare alcune scene di “Orizzonte Perduto”.

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SCENA 10 – INT. BAR – GIORNO

Primissimo piano di un bicchiere di whisky.

Primissimo piano dell’occhio di Hans che batte nervoso.

Poi la mano porta il bicchiere alle labbra. Hans lo beve tutto d’un sorso. Si asciuga le labbra con la lingua. Si sente una voce femminile accanto a lui (La donna rimane fuori campo).

DONNA (Fuori Campo):

Qualcosa ti turba?

 

Hans si volta lentamente alla sua sinistra. La Mdp stacca sul volto di MAE COLLINS, 32 anni, bionda, sguardo dolce, elegante. Mae fissa Hans con un sorriso.

HANS (Timidamente):

Ah, no… è la prima volta che bevo whisky…

MAE (Apparentemente contrariata):

Mmmm… un novizio… da dove vieni?

HANS:

Sono arrivato ieri… da Poznan

MAE:

E Poznan dov’è?

HANS:

Polonia…

MAE:

Si nota… hai un accento molto marcato

HANS:

Vuoi un bicchiere di… qualcosa?

MAE:
Grazie… o Dio, no… è meglio di no… devo tenere la linea…

HANS:

La linea?

MAE:
Già, la linea… Che hai in quella cartellina? Non te ne sei liberato da quando hai messo piede qui…

HANS:

Oh, niente… documenti… documenti di lavoro

MAE:

Documenti…… e che lavoro fai?

HANS:

A dire la verità non lo so…

MAE:

Ah…

 

Hans si alza dallo sgabello e mette un dollaro per il whisky sul tavolo. Goffamente si dà una sistemata alla giacca. Poi gli cade il copione dalla cartellina. Hans si china lentamente per prenderlo, ma Mae lo anticipa. Prende il copione e legge il titolo.

MAE:

“L’Amore Che Verrà”…… Che fai? Sei un poeta?

HANS:

Non ancora…

MAE:

E allora che fai? Dai, parla!

HANS:

Scrivo film

MAE (Sorpresa):

Davvero… e questo che film è?

HANS:

Nessun film… è solo un sogno irrealizzabile…

MAE:

Hai fatto qualche film che conosco?

HANS:

Se mi dicessi i film che conosci magari ti sarei d’aiuto…

MAE:

Beh, da dove comincio?

HANS:

Da quelli polacchi

MAE (Pensosa):

Mmm… non ho mai visto un film polacco, credo…

HANS:

Allora non hai mai visto un mio film…… scusami…

 

Hans fa per andarsene e riprende il copione dalle mani di Mae. Lei lo guarda mentre se ne sta per uscire.

MAE (Con tono deciso):

Ti sei offeso?

 

Hans si ferma sulla porta, poi torna verso Mae. Lei è in piedi al bancone.

HANS:

Ascolta… ho appena avuto un colloquio, come dire… come dite qui?

MAE:

Un colloquio di merda?

HANS:

Esatto, un colloquio di merda con Harry Cohn e l’ultima cosa che voglio adesso è una donna che mi… che mi…

MAE:
Mi prenda per il culo?

HANS:

Brava… che mi prenda per il culo. Ok?

Mae fa una risata. Anche Hans ride.

MAE (Ridendo e appoggiando la mano sulla spalla di Hans):

Scusami……

 

I due continuano a ridere.

HANS:

Un whisky?

MAE:
Sarà meglio

 

Hans e Mae continuano a ridere e si risiedono al bancone.

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SCENA 11 – EST. LOS ANGELES – GIORNO

Sottofondo musicale con pianoforte. Vediamo Hans e Mae che girano per le strade di Los Angeles. Ridono. Lui indica qualcosa e lei lo prende a braccetto.

Dissolvenza.

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SCENA 12 – INT. STUDI COLUMBIA PICTURES – GIORNO

Schermo nero. In sottofondo si sente uno squillare di telefoni. Poi una voce femminile.

VOCE FEMMINILE:

Columbia Pictures, sono Paula, desidera?… Si, signore, la metto subito in contatto con l’archivio……prego

 

Lo schermo si schiarisce improvvisamente. Vediamo un uomo (vengono inquadrati solo i piedi) con scarpe eleganti. La Mdp sale e lo inquadra fino al torace. Indossa una giacca grigia e una cravatta. La Mdp si ferma e inquadra l’uomo di spalle che si reca verso la segretaria degli studi Columbia. La segretaria sta scrivendo qualcosa su un foglio. E’ PAULA POTTER, 29 anni, bellissima ragazza con capelli color rame ricci e molto lunghi. Di spalle si nota che l’uomo è Walter Bellow. Si ferma davanti a Paula. Lei si volta verso di lui con un sorriso.

PAULA:

Buongiorno, desidera?

WALTER:

Buongiorno… lei è Paula?

PAULA:

Si

WALTER:
Mi chiamo Walter Bellow… il professor Samuel Shelby mi ha consigliato di venire da lei…

PAULA:

Ah, Sam? Si, è un amico di famiglia… di che aveva bisogno?

WALTER:

Beh, io dovrei dare un’occhiata in archivio… devo fare una tesi su “Orizzonte Perduto” e sto cercando gli script originali e i documenti vari riguardanti la produzione…

PAULA (Sottovoce):

Beh, non potrei darle accesso all’archivio… c’è bisogno di un permesso della produzione, o del rettore universitario che attesta lo scopo della ricerca……

 

Walter è zittito. Lei lo osserva.

WALTER:

Ma se la manda Sam sarò felice di aiutarla……

 

Walter le sorride.

Stacco

Walter e Paula camminano per un lungo corridoio. Alcuni operai spostano dei macchinari cinematografici.

PAULA:

Come sta Sam? E’ sempre coinvolto con Frank Capra?

WALTER:
Non capisco cosa aspetti a fare qualche lezione su “Miami Vice”…

PAULA (Sorridendo):

Comunque in famiglia gli vogliamo un gran bene… era professore di mio fratello…

WALTER:

In effetti è una persona molto affettiva…

PAULA:

Beh, il mio è un caso particolare… mio fratello morì di leucemia e Sam ci stette molto vicino in quei momenti, sia a Joe che alla famiglia…

WALTER:

Mi dispiace…

PAULA:

E’ successo molto tempo fa…

WALTER:

Sono andato ieri a trovarlo… stava dando una lezione tra il mimo e il documentaristico su “Arriva John Doe”…

PAULA:

Non cambierà mai il vecchio Sam…… siamo arrivati

 

Paula e Walter arrivano alla sezione archivio. E’ una grossa stanza con grosse finestre. La stanza è praticamente vuota, con una scrivania in stile moderno al centro, dove è seduto un custode, grassoccio, sulla quarantina. Paula e Walter si recano davanti a lui.

PAULA (Al custode):
Curtis… questo è… (guardando Walter)… il professor…

WALTER:

Bellow…

PAULA:

Esatto, il professor Walter Bellow… deve dare un’occhiata in archivio…

CUSTODE:

Non è troppo giovane per fare il professore?

WALTER:

Sono nato in gamba… (sorridendo)

Il custode scoppia una fragorosa risata. Walter e Paula lo guardano, poi si guardano a vicenda straniti. Il custode smette lentamente di ridere asciugandosi gli occhi.

CUSTODE:

Scusate……

PAULA:

Hai finito, Curtis?

CUSTODE (Improvvisamente serio):

Che millesimo?

WALTER:

Cioè?

CUSTODE:

Che anno sta cercando?

WALTER:

1937… “Orizzonte Perduto”…

CUSTODE:

Mi segua…

 

Il custode si alza e si reca verso una porta ad un’estremità della stanza. Walter e Paula si guardano.

WALTER (Timido, a Paula):

Beh…… grazie, allora

PAULA:

Buon lavoro…

WALTER (Stringendo la mano a Paula):

Grazie…

PAULA:

Spero di rivederti…… mi ha fatto piacere parlare con te…

 

Walter le fa un sorriso. Paula si volta e se ne va. Poi lei si volta ancora e gli fa un sorriso. Walter la osserva. Il custode, con fare molto istintivo, fa un fischio a Walter. Il fischio echeggia. Walter si volta di scatto e raggiunge il custode. Lo raggiunge alla porta.

CUSTODE (Prima di aprire la porta):
Spero che sappia già dove mettere le mani…

WALTER:

Spero non sia un inferno là dentro…

CUSTODE:

Magari fosse l’inferno…… già che c’è potrebbe mettere un po’ in ordine…

 

Il custode fa un sorrisetto ironico. Walter lo guarda impassibile.

CUSTODE (Improvvisamente serio):
Sto scherzando…

 

Il custode apre la porta dell’archivio.

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SCENA 13 – INT. ARCHIVIO – GIORNO

La Mdp è piazzata davanti alla porta dall’interno dell’archivio. Il custode e Walter sono sulla soglia. La Mdp allarga il campo all’indietro e riprende la vastità dell’archivio, con decine di scaffali in stile moderno, colmi di scatole ammassate e registri. La Mdp sale in alto. Il custode e Walter entrano. La Mdp stacca sul volto di Walter che osserva l’archivio.

CUSTODE:

Lei pensi, professore, che ci sono diciotto milioni di sceneggiature qui dentro, e molte non sono state nemmeno approvate dai consigli di produzione. Se cerca il 1937 deve andare alla sezione F, scaffali dal 3 al 9… la sezione F è là dietro… se ha bisogno mi faccia un fischio, se ha bisogno di un caffè me ne faccia due…

 

Il custode fa la sua risatina ironica. Walter si volta impassibile.

WALTER:

Ci può contare…

 

Il custode sembra quasi risentito dal fatto che Walter non ha riso alla sua battuta. Quindi si volta e torna fuori.

CUSTODE:
Sono qua fuori…

WALTER:

Grazie…

 

Il custode chiude la porta dell’archivio. Walter si dà un’occhiata intorno, con una faccia contrariata, come per far capire la confusione che c’è nell’archivio. Si toglie la giacca e l’appende ad un attaccapanni alla sua sinistra. Poi si rimbocca le maniche. La Mdp sale in alto, mentre Walter si reca verso lo scaffale F. La Mdp stacca su un orologio da parete nell’archivio che segna le 10.

Stacco

L’orologio segna le 12:30. Ritroviamo Walter nell’archivio ad una scrivania sommersa di fogli che sta scrivendo degli appunti copiandoli da un fascicolo. Walter si allenta la cravatta. Ad un certo punto ritorna il custode che appare da dietro uno scaffale con un grosso cheeseburger in mano. Il custode da un vigoroso morso al panino.

CUSTODE:

Tutto a posto? Ha trovato quello che cercava?

WALTER:

Tutto a posto grazie…

CUSTODE:

Vuole un caffè? Una bibita? Un cheeseburger?

WALTER:

Non ora, grazie…

 

Il custode è appoggiato ad uno scaffale. Improvvisamente si sente un strano rombo venire dal suo stomaco. Il custode rimane intimidito guardandosi la pancia. Anche Walter lo sente e si volta verso di lui. Il custode rimane timidamente immobile. Walter sembra impassibile e continua a scrivere.

WALTER:

Non si preoccupi… a quanto pare la sua digestione sta andando avanti senza problemi…

CUSTODE:

Sa che mio fratello riesce a cantare “Raindrops Keep Falling On My Head” con i rutti?

 

Walter si volta nuovamente verso il custode. Il custode se ne accorge e lo vede contrariato. Si muove per andarsene.

CUSTODE (Intimidito):

Scusi…… a dopo per il caffè……

WALTER:

Sarà meglio……

 

Il custode esce dall’archivio. Walter si alza dalla sedia per tornare allo scaffale F. Walter cerca sullo scaffale. Vede qualcosa e da una pila di fogli prende un fascicolo. Intanto, nel prendere il fascicolo, Walter fa cadere a terra un altro fascicolo. Walter lo raccoglie. Sulla prima pagina è scritto:

THE LOVE THAT WILL BE

(L’Amore Che Verrà)

 

Screenplay by

 

HANS ZVELLAR

 

La Mdp inquadra la pagina.

Stacco

L’immagine diventa improvvisamente in bianco e nero.

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SCENA 14 – INT. UFFICIO COHN – GIORNO

La Mdp inquadra ancora la pagina. Siamo nell’ufficio di Cohn. Il copione di Zvellar viene sbattuto sulla scrivania. Nell’ufficio c’è anche Frank Capra.

COHN (Alterato):

Rischiamo… rischiamo grosso… e la Metro aspetta proprio un passo falso per rubarci i progetti…

CAPRA:

Harry…

COHN:

Un polacco che scrive capolavori… dovevo ancora vederlo…

CAPRA:
Harry…

COHN:

Siamo quasi in guerra e un polacco presenta una sceneggiatura alla Columbia Pictures… roba da conflitti politici…

CAPRA:

Harry…

COHN:

Che c’è?

CAPRA:
E’ una cosa a rischio, ma è un capolavoro… il pubblico non lo capirebbe, ma è un capolavoro… è una strana storia, ma è un capolavoro… ed è così reale… si protrae per cinquant’anni ma è così reale… sembra davvero un esperimento…

COHN:

E’ pericoloso… caccia ai comunisti, guerra politica tra America e Russia, un cecchino che spara al presidente degli Stati Uniti, e poi cervelli automatici collegati tra loro… per favore…

CAPRA:
Non è possibile?

COHN:

E per di più nel mezzo troviamo una storia d’amore, dove tra cinquant’anni i dolci decrepiti riescono ancora a scopare grazie a… a una pillola… non farmi ridere…

CAPRA:

Credevo di poterti convincere a farlo…

COHN:

Non mi hai convinto… nemmeno per un milione di dollari mi convinceresti…

 

Capra è silenzioso e abbattuto. Anche Cohn smette di parlare. Prende il copione di Zvellar, va alla scrivania e scrive la data odierna sulla prima pagina: “03/14/1937”. Poi prende un timbro dal cassetto e con violenza lo preme sulla pagina, dove rimane scritto “ARCHIVIATO”.

La Mdp rimane puntata sulla pagina.

Stacco

L’immagine torna a colori.

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SCENA 15 – INT. ARCHIVIO – GIORNO

La Mdp riprende sempre la pagina dove si nota la data “03/14/1937” (In americano è il 14 marzo 1937) e il timbro sbiadito “ARCHIVIATO”. Walter osserva il copione, lo sfoglia appena. Lo richiude, ma si accorge di aver letto qualcosa di anomalo, quindi lo riapre. Va alla quinta pagina e legge un passaggio:

“John prende i soldi dal distributore di moneta automatico”

 

Poi Walter ritorna alla prima pagina e rilegge “ARCHIVIATO” e la data del 14 marzo 1937. Rimane stranito per qualche secondo. Poi comincia a ragionare tra sé e sé.

WALTER:

Distributore di moneta automatico?… Un Bancomat… nel 1937 esistevano i Bancomat?

 

Riapre il copione ad una delle ultime pagine e comincia a leggere altri passaggi (La Mdp li inquadra).

WALTER:

“Bombe all’idrogeno”

 

“Musica come mito”

 

“L’uccisione del presidente degli Stati Uniti da parte di gruppi paramilitari e mercenari”

 

“Trapianti di organi d’acciaio”

 

“Satelliti”

 

“Caccia ai comunisti”

 

 

Walter si guarda nuovamente intorno. E’ stranito. Si guarda ancora intorno e si mette il copione sotto la camicia. Riprende i suoi appunti, si rimette la giacca ed esce.

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SCENA 16 – INT. STUDI COLUMBIA PICTURES – GIORNO

Appena fuori dall’archivio, Walter si incammina, ma viene richiamato dal custode.

CUSTODE:

Ehi… ehi Herr Professor…

 

Walter si volta.

CUSTODE:

Tutto a posto là dentro?

 

Walter torna verso il custode, fermandosi alla sua scrivania.

WALTER:

Mi dica… sa niente su un certo Hans Zvellar o qualcosa di simile?

CUSTODE (Pensoso):

Mmm… si, vediamo un po’, mi sembra di ricordare qualcosa… ah, si… propose un copione più di sessant’anni fa ma fu bocciato perché ritenuto pericoloso politicamente…

WALTER:

C’era Harry Cohn all’epoca… uno che guardava al sodo…

CUSTODE:

Se ben ricordo era un polacco, un alcolizzato… se ben ricordo… perché mi chiede questo?

WALTER:

Oh niente… solo che il nome di Hans Zvellar è collegato a qualcosa su Frank Capra e Harry Cohn…

CUSTODE:

Beh, io tutto ciò che sapevo l’ho detto…

WALTER:

Grazie

CUSTODE:

Si figuri…

 

Walter sta per andarsene. Il custode lo richiama ancora.

CUSTODE:

Ah, Herr Professor…

 

Walter si ferma e resta di spalle a lui, con uno sguardo piuttosto seccato.

CUSTODE:

Cosa si è perso rifiutando quel cheeseburger…

WALTER (Voltandosi):

Non mangio bombe a mano…

 

Walter si incammina verso l’uscita. Il custode resta leggermente stranito cercando di capire il senso della battuta. Poi Walter prosegue per il corridoio arrivando davanti alla scrivania di Paula Potter. Lei lo guarda uscire dagli studi, mentre lui non la degna di uno sguardo. La figura di Walter sparisce girando l’angolo dietro la porta a vetri degli studi Columbia.

Stacco

L’immagine torna in bianco e nero.

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SCENA 17 – INT. STUDI COLUMBIA PICTURES – GIORNO

La Mdp rimane ancora fissa sulla porta della Columbia Pictures. Un uomo di spalle percorre un corridoio chiaramente diverso, più vecchio stile, con luci più soffuse. Poi la Mdp stacca sul primissimo piano di un sudato Hans Zvellar, l’uomo che avevamo visto di spalle.

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SCENA 18 – INT. UFFICIO HARRY COHN – GIORNO

Cohn sta fumando un sigaro. Nell’ufficio, leggermente scurito dalle tapparelle socchiude, c’è anche Frank Capra. Si sente bussare alla porta.

COHN:

Avanti…

 

Fa capolino Hans.

HANS:

E’ permesso?

COHN:

Venga Zvellar… si accomodi…

 

Hans si guarda un po’ intorno. Cohn gli fa un sorriso e spegne nervosamente il sigaro in un grosso portacenere di cristallo. Poi Hans osserva Capra, dal cui volto si nota una chiara espressione rassegnata. La Mdp stacca e inquadra l’ufficio, con Hans ancora in piedi, Cohn che si siede nervosamente e il volto impassibile di Capra.

STACCO

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SCENA 19 – INT. BAR – GIORNO

Primissimo piano di un bicchiere di whisky. Poi la Mdp stacca sul volto rassegnato di Hans. La Mdp lo riprende di profilo, mentre una figura femminile entra nel bar e viene riprese fuori fuoco. Poi si riesce a distinguere chi sia la donna: è Mae. Mae nota Hans e gli si avvicina.

MAE:
Hans… come stai?

HANS (Voltandosi):

Bevi qualcosa?

MAE (Al barista):

Un whisky anche per me…

 

Mae si siede sullo sgabello accanto a Hans.

MAE:

Che è successo? Ti vedo triste…

HANS:

Hanno bocciato il mio copione…

MAE:

Mi dispiace, Hans…

 

Il barista serve un whisky a Mae. Lei appoggia una mano sulla spalla di Hans, che si volta lentamente e la guarda in volto.

MAE:

Avrai la tua opportunità, vedrai… devi capire che è sempre dura agli inizi… d’accordo, tu sei un professionista, ma qui in America non è come dicono… credi di arrivare dove tutto è possibile, dove tutti hanno le possibilità, ma non sempre è così… tu sei bravo, e sei la persona giusta per meritare le belle cose…

 

Hans prende la mano di Mae. La stringe e la bacia. Poi guarda Mae in volto, che sorride. Anche Hans fa un leggero sorriso liberatorio.

MAE:

Passiamo la serata insieme?

HANS:

Ne avrei davvero bisogno… ma… non ti conosco nemmeno… dimmi almeno cosa fai nella vita…

 

Mae ride divertita. Anche Hans sembra divertito.

MAE:

Si può riparare a questo… dunque, nacqui nel lontano………

 

Hans ride. Parte un sottofondo musicale che copre le voci di Mae e Hans, mentre la Mdp si allontana a ritroso dai due, inquadrando una panoramica del bar.

SCHERMO NERO

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SCENA 20 – INT. AULA – GIORNO

Primo piano di Walter che guarda davanti a sé. Siamo nell’aula dove veniva proiettato “Arriva John Doe”. In fondo c’è il professor Shelby che sta riordinando le sue cose dentro una borsa. Poi si volta e fa uno scatto al vedere Walter.

SHELBY (Leggermente scosso):

Walter… non ti avevo visto… che fai qui?

 

Walter si muove verso Shelby con un copione in mano.

WALTER:

Domanda…

SHELBY (Smettendo di riordinare le sue cose):

Spara…

WALTER:

Un polacco di poco più di trent’anni, che scrive un copione di 130 pagine su una storia d’amore che si protrae dal 1937 al 1987, raccontando spezzoni di guerra fredda, miti musicali come Elvis, viaggi spaziali, malattie del sangue… chi è?

SHELBY (Stranito):

Che c’è di strano?

WALTER:

Che il copione è stato scritto nel 1937…

SHELBY (Stranito):

Cosa?

WALTER:

E’ così… come se lo sceneggiatore fosse arrivato nel 1937 dal futuro… ci sono fatti reali che fanno accapponare la pelle…

 

Shelby si avvicina a Walter. Walter gli consegna il copione. Shelby guarda la scritta sulla copertina.

THE LOVE THAT WILL BE

(L’amore Che Verrà)

 

Screenplay by

 

HANS ZVELLAR

 

 

Shelby sembra scosso. Accarezza la copertina. Parte un sottofondo musicale. Lo sguardo di Shelby è fisso sul copione.

WALTER:

Allora professore… chi era Hans Zvellar?

SHELBY:

Zvellar……

WALTER:

Un copione tanto strano che fu rifiutato da Harry Cohn e Frank Capra in persona…

SHELBY:

Hans Zvellar era uno sceneggiatore polacco, e lavorava per Oliver Luhzny, uno dei più potenti produttori europei negli anni ’30 e ’40… Scriveva per lo più storie d’amore a lieto fine…… Dove l’hai trovato questo?

WALTER:

Nell’archivio della Columbia Pictures… scaffale F, 1937… anche la data di archiviazione è del 1937…

SHELBY:

14 marzo 1937…… il giorno dell’anteprima di “Orizzonte Perduto”… quel giorno i signori Harry Cohn e Frank Capra archiviarono il copione, diedero la bella notizia al nostro uomo misterioso e se ne andarono paciosi e tranquilli a vedersi il loro ultimo kolossal…

WALTER:

E come faceva Zvellar a sapere questi fatti?… 1962, il presidente muore ucciso da un cecchino… 1969, la conquista della luna… Il viaggio di John e Dalia a Parigi, dove si tiene il funerale di un mito della musica trovato morto…

SHELBY:

E chi era?

WALTER:

Jim Morrison…

SHELBY:

Mi devi scusare ma ho una riunione tra dieci minuti…

WALTER:

Professore…

SHELBY (Quasi risentito):

Walter…… stai perdendo tempo… quest’uomo può essere morto da dieci, venti, trent’anni… chi lo sa?… Concentrati su “Orizzonte Perduto” e lascia perdere la Polonia…

WALTER (Pensoso, dopo alcuni secondi):

Si, ha ragione…

SHELBY (Prendendo la sua borsa):

Ho una riunione… e poi non sarò qui fino a mercoledì… stammi bene…

 

Walter e Shelby si stringono la mano. Shelby va via velocemente. Poi Walter riprende il copione che Shelby aveva appoggiato sulla cattedra a mezzaluna e si avvia lentamente all’uscita dell’aula. Sulla soglia della porta si ferma e si guarda attorno. Spegne la luce ed esce.

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SCENA 21 – INT. CASA DI WALTER – NOTTE

Sullo schermo scorrono le immagini del finale di “Orizzonte Perduto”, quando Ronald Colman raggiunge nuovamente Shangri-La. Sullo schermo appare la scritta “The End”. Poi un flash, come se qualcuno spegnesse un televisore. La Mdp stacca su Walter, col telecomando in mano. Walter getta il telecomando su una poltrona e si siede alla sua scrivania, colma di fogli. Comincia a riordinali, leggendo gli appunti. Poi si fissa su qualcosa e comincia a leggere su uno di quei fogli. Da dietro arriva Chloe che lo abbraccia alle spalle, tenendo un bicchiere di spremuta in mano. Walter fa un leggero scatto di sorpresa.

WALTER (Sorpreso):

Oh, Chloe… non ti avevo sentito…

CHLOE:

Amore, mi sembri teso come una corda di violino… stai bene?

WALTER:

Si… è che sono un po’ stanco…

CHLOE:

Rimanda a domani…

WALTER:

Sono indietro…

CHLOE:

Ah…

 

Walter si volta verso il bicchiere di spremuta, poi con un sorriso si volta verso Chloe.

WALTER:

Cos’è?

CHLOE:

Spremuta di arance…

WALTER:

Buona… ce n’è un po’ anche per me…

CHLOE (Semiseria)

Finita…

WALTER:

Davvero?… E cosa c’è per me, allora?

CHLOE:

Sei indietro con la tesi… pensa a quella…

 

Chloe si allontana divertita. Walter si alza dalla sedia e le va incontro scherzosamente.

WALTER:

Sai che ti dico?… Quasi quasi continuo domani…

CHLOE:

No, devi continuare adesso… altrimenti poi dai a me la colpa di un’eventuale bocciatura…

Walter si avvicina a Chloe.

CHLOE:

Aspetta, aspetta…

 

Chloe appoggia il bicchiere di spremuta su un tavolino alla sua destra. Poi allarga le braccia.

CHLOE:

Così va meglio…

 

Walter con uno scatto abbraccia Chloe sollevandola da terra. I due si baciano e ridono. Walter, di peso, la porta in un’altra stanza.

STACCO

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SCENA 22 – INT. CASA DI WALTER – CAMERA DA LETTO – NOTTE

Sottofondo musicale: “FORBIDDEN COLOURS” di Ryuichi Sakamoto & David Sylvian

Nella penombra scorgiamo le sagome di Walter e Chloe mentre fanno l’amore. La stanza è buia, leggermente schiarita dalla luna che traspare dalle tapparelle.

STACCO – Fine Sott. Mus.

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SCENA 23 – INT. CASA DI WALTER – CAMERA DA LETTO – NOTTE

Più tardi.

La luce del comò è accesa. Walter, a torso nudo, coperto dalle lenzuola fino a metà stomaco, fissa il vuoto pensieroso. Chloe è abbracciata al suo stomaco e dorme bocconi con un sorriso di beatitudine stampato in faccia. Poi Walter le sposta il braccio e si alza dal letto. La Mdp lo inquadra nudo di spalle. Walter si china e si infila le mutande e i jeans. Poi si china su Chloe e la dà un bacio in fronte. Poi, a torso nudo, esce dalla camera da letto.

STACCO

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SCENA 24 – INT. CASA DI WALTER – NOTTE

Walter torna in soggiorno, alla sua scrivania. Le luci sono sempre accese. Riprende il telecomando dalla poltrona e lo appoggia sopra la televisione e si risiede alla sua scrivania. Incrocia le braccia pensieroso, poi lo sguardo gli cade sul copione di Zvellar. Walter lo prende e lo sfoglia appena. Poi dal cassetto prende un paio di occhiali da lettura, tenendo il copione sulla scrivania proprio davanti a lui. Walter si schiarisce la voce.

WALTER:

“L’Amore Che Verrà”… sceneggiatura di Hans Zvellar……

 

Walter volta a pagina 1.

WALTER:

Pagina numero 1

 

Walter si china sul copione e comincia a leggere in silenzio. La Mdp zooma su di lui. La scrivania è illuminata da una piccola abat-jour.

SEGUE

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SCENA 25 – INT. CASA DI WALTER – GIORNO

(Piano Sequenza) Stessa inquadratura. Vediamo che dalla finestra filtra la luce del giorno. Vediamo Walter addormentato sul copione. L’abat-jour è ancora accesa. Da dietro, inquadrata fuori fuoco, vediamo Chloe, in vestaglia. Si avvicina a Walter e gli tocca la spalla. Walter fa uno scatto e si sveglia. Ha gli occhiali sul naso e gli occhi socchiusi.

CHLOE:

Hai dormito qui tutta la notte?

WALTER (Assonnato):
Come?… Ah… Ho paura di si…

CHLOE:
Grazie della compagnia…

WALTER:

Che ore sono?

CHLOE:

Sono le otto…

WALTER:

Le otto?

 

Chloe va in cucina (fuori campo). Walter si toglie gli occhiali da lettura ancora un po’ assonnato e guarda l’orologio. Poi si sistema un po’ i capelli. Si blocca per un paio di secondi e dalla sua bocca esce il suono di un ruttino. Si sente la voce di Chloe dalla cucina.

CHLOE:

Salute…

 

Walter, assonnato, ripiomba con la testa sul copione e fa per riaddormentarsi. Chloe torna in soggiorno e si avvicina al suo orecchio.

CHLOE:

Preferisci un caffè o una doccia gelata?

 

Chloe torna verso la cucina. Walter si risveglia e si alza dal tavolo. Barcollando si avvia verso un’altra stanza. Barcolla sempre più. E’ in prossimità della poltrona. Quindi cade a peso morto sulla poltrona, emettendo un accenno di russata.

FINE PIANO SEQUENZA

STACCO

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SCENA 26 – INT. CASA DI WALTER – GIORNO

Walter è sveglio. Si abbottona la camicia e si guarda allo specchio in soggiorno. Chloe arriva in soggiorno dalla camera, elegante e truccata, con la borsa a tracolla.

CHLOE:

Amore, io vado a lavoro… Tornerò un po’ tardi, dobbiamo preparare i saldi…

WALTER (Sistemandosi i capelli allo specchio)

Ok

CHLOE (Leggermente risentita):

Non potresti farlo in bagno…

WALTER:

In bagno c’è odore della tua colonia… non lo sopporto quell’odore…

CHLOE (Sorridendo):

E la tua colonia allora?… Sa di cadavere…

WALTER:

Ah, non è vero…

 

Chloe si avvicina a Walter e i due si baciano.

CHLOE:

Che fai stamattina?

WALTER:

Non lo so… andrò all’archivio a cercare qualche altro appunto e mi farò un Big Mac e una Sprite…

CHLOE:

E poi?

WALTER (Sorridendo):

E poi se qualcuna delle mie donne mi lasciasse in pace mi stenderei anche un paio d’ore sul letto visto che ho passato la notte su una pila di fogli scritti in anglo-polacco…

CHLOE:

Le tue donne, eh?

 

Chloe sorridendo arruffa i capelli di Walter. Lui scherzosamente la prende da dietro. I due ridono.

CHLOE (Sorridendo):

Devo stare più attenta alle telefonate che ricevi…

 

Walter ride e le fa il solletico. Lei ride e cerca di liberarsi. Squilla il telefono. Walter sorride.

WALTER:

Ecco… questa è una delle mie donne…

CHLOE:

Ah si?

 

Walter va a rispondere. Chloe lo abbraccia da dietro. Walter alza la cornetta.

WALTER (Sorridendo leggermente):

Pronto…

 

Dall’altro capo della cornetta si ode una voce leggermente stridula. Sembra quella di un vecchio che parla masticando qualcosa.

VOCE AL TEL:

Ciao Walter… Sei il primo che è arrivato a trovarlo… ma ce ne saranno altri, forse, un giorno…

WALTER (Diventando improvvisamente serio):

Chi parla?

 

Anche Chloe diventa seria. Stacca le sue braccia da Walter e gli si mette davanti.

VOCE AL TEL:

Tu hai in mano una fortuna… o meglio… hai la fortuna di avere in mano la verità… so che sei un ragazzo con la testa a posto, e che sbavi davanti all’opportunità di sapere la verità…

WALTER:

E’ uno scherzo?

VOCE AL TEL:

Niente è uno scherzo… tutto è verità…

WALTER:

Io non la conosco…

 

Chloe appare scossa.

VOCE AL TEL:

Mi conosci meglio di quanto tu creda…… comunque so che vuoi sapere la verità… ti attira tanto che non riesci ad andare avanti nella ricerca della tua Shangri-La, vero?

WALTER (Scosso, dopo alcuni secondi):

Vero

VOCE AL TEL:

Allora stai attento…… Chi cerchi venne cacciato da qualcuno che però ha cercato di saldare il conto, mettendo qua e là tracce di bontà, tra i fogli troverai cinque nomi, nella sapienza troverai le risposte…

WALTER:

Ma chi parla?

 

L’uomo attacca la cornetta. Comincia un sottofondo musicale piuttosto tetro. Walter rimane scosso con la cornetta ancora in mano. Poi attacca anche lui e si volta verso Chloe.

CHLOE (Preoccupata):

Che succede?

 

Walter si precipita alla scrivania, parlando agitato tra sé e sé.

WALTER:

Qualcuno ha cercato di saldare il conto… mettendo qua e là tracce di bontà…

 

Walter apre il copione di Zvellar, e agitato comincia a girare le pagine. Chloe è scossa.

CHLOE:

Che succede, Walter?… Mi fai preoccupare…

 

Walter non la considera. Continua a girare frettolosamente le pagine parlando fra sé e sé.

WALTER:

Eppure devo aver visto qualcosa…

 

Chloe alza la voce.

CHLOE:

Walter! Chi era al telefono?

Il sottofondo musicale cessa improvvisamente. Walter si ferma, smettendo di cercare tra le pagine. Sta zitto per qualche secondo. Poi si volta verso Chloe.

WALTER:

Nessuno… vai al lavoro…

CHLOE:

Tutto bene?

WALTER:

E’ una storia lunga… poi ti spiegherò…

 

Walter si rimette a cercare frettolosamente. Chloe esce stranita di casa. La Mdp stacca nuovamente su Walter che sfoglia velocemente le pagine del copione. La Mdp inquadra le pagine mosse frettolosamente, poi Walter si sofferma su una pagina. La Mdp la inquadra. Il dito indice di Walter indica il nome di un certo “SENATORE FERNWICK”, personaggio del copione di Zvellar. La Mdp stacca su Walter.

WALTER:

Eccolo qui…… Senatore Fernwick… chi era il Senatore Fernwick?… Forse Frank Capra mi può dare una mano… cioè quello che ha cercato di saldare il conto…

 

Walter prende dalla libreria un grosso manuale sui film di Frank Capra. Sfoglia le pagine. Arriva a “Mr. Smith Va A Washington” e comincia ad analizzare il casting. La Mdp inquadra il suo dito che scende sulla lista degli attori del film. Il dito si ferma sul nome di JOHN INCE; accanto al nome c’è il personaggio di Ince nel film. Il dito si muove sulla destra e indica il nome del personaggio del SENATORE FERNWICK. La Mdp stacca su Walter, scosso. Poi Walter comincia di nuovo a parlare tra sé e sé.

WALTER:

Troverò cinque nomi… quindi significa che dopo l’archiviazione del copione, Capra prese cinque di questi personaggi e chiamò con il loro nome altrettanti personaggi dei suoi film…

 

Walter si rimette a cercare nel copione. La Mdp inquadra le pagine che scorrono freneticamente. Si ode un sottofondo musicale in crescendo. Lo schermo diventa nero. Il sottofondo cessa di botto.

STACCO

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SCENA 27 – INT. CASA DI WALTER – GIORNO

Schermo nero. Si sente un telefono squillare. L’immagine si schiarisce improvvisamente. Appare Walter che scatta al telefono. Ha i capelli arruffati e la camicia trasandata. Alza la cornetta.

WALTER:

Pronto…

 

Risponde la stessa voce di prima.

VOCE AL TEL:

Qualcuno ancora vive in casa tua…

WALTER:

Prima non mi hai detto chi sei…

VOCE AL TEL:

Sono la persona che ti porterà alla verità… la verità è più facile di quanto pensi… ma deve essere ricostruita secondo una logica… la teoria è facile… è la pratica che è difficile…

WALTER:

Da come parli sembra che tu stia soffrendo per qualcosa…

VOCE AL TEL:

Non tentare di indovinare… potresti azzeccare la soluzione… Hai la soluzione?

WALTER:

Ho i nomi…

VOCE AL TEL:

Avanti…

WALTER:

Il senatore Fenwick interpretato da John Ince in “Mr. Smith Va A Washington”… Il giudice Cullman interpretato da Vaughan Glaser in “Arsenico E I Vecchi Merletti”… Bill Poster interpretato da Garry Owen in “La Vita E’ Meravigliosa”… Mendy Yales interpretato da George DeWitt in “Un Uomo Da Vendere”… Soho Sal interpretata da Ellen Corby in “Angeli Con La Pistola”…

 

Qualche attimo di silenzio.

VOCE AL TEL:

Conclusioni?

WALTER:

A Frank Capra era piaciuto il copione di Zvellar, ma non aveva appoggio dalle produzioni, così ha messo nei suoi film alcuni personaggi di quel copione, quasi per rimediare alla bocciatura di Zvellar e della sua sceneggiatura…

VOCE AL TEL:

Conclusioni ovvie… ma ci sono altri passi…

WALTER:

Cioè?

VOCE AL TEL:

C’è una santa che dà il nome ad una casa, dove vivono persone particolari… e c’è una signora con un nome che ricorda un’attrice, un’attrice dal cognome selvaggio… sa molto, sa più di quanto tu creda…

WALTER:

Chi è questa signora?

 

Nessuno risponde. Walter mette giù la cornetta e comincia a pensare e parlare tra sé e sé.

WALTER:

Una santa che dà il nome ad una casa… dove vivono persone particolari…… quindi una casa per persone particolari… una casa di cura… o una casa di riposo… Il Saint Mary Hospital…… E c’è una signora che ricorda un’attrice dal cognome selvaggio… Selvaggio?… Il selvaggio West… Quindi è Mae West… La signora Mae al Saint Mary Hospital…

 

Walter si precipita allo specchio e si sistema i capelli. Prende le chiavi di casa ed esce frettolosamente.

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SCENA 28 – INT. SAINT MARY HOSPITAL – GIORNO

La Mdp è fissa nel mezzo del corridoio del Saint Mary Hospital. Ci sono delle signore anziane sedute su alcune poltrone ai lati del corridoio, e infermiere che entrano ed escono dalle stanze. Una signora anziana passa davanti alla Mdp trascinandosi dietro una flebo. Si sentono schiamazzi e voci. Dalla porta in fondo al corridoio entra Walter, visibilmente curioso. Gira per il corridoio. Le signore lo osservano. Walter incrocia un’infermiera.

WALTER:

Mi scusi… una signora che si chiama Mae risiede in questa casa?

INFERMIERA (Pensierosa):

Mae Collins… si, ormai da dieci anni… lei non è un parente, vero?

WALTER:

Posso vederla?

INFERMIERA:

L’orario delle visite è tra un’ora…

WALTER:

La prego…… non ho molto tempo…

INFERMIERA (Con fare rassegnato):

D’accordo…

 

L’infermiera lo conduce alla stanza di Mae Collins.

STACCO

L’infermiera e Walter si fermano sulla soglia della porta della stanza di Mae Collins. Walter sta per entrare. L’infermiera lo blocca.

INFERMIERA:

Dieci minuti le sono sufficienti?

WALTER:

Credo di si…

INFERMIERA:

Allora si accomodi…

 

Walter entra nella stanza.

L’immagine diventa in bianco e nero.

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SCENA 29 – INT. STANZA DI MAE COLLINS

E’ una stanza spoglia, molto illuminata. Le pareti bianchissime attraggono molta luce. Walter guarda Mae Collins alla sua destra. Mae (chiaramente più vecchia di 60 anni, quindi 92enne) ha perso quasi tutti i capelli e sta riposando nel suo letto coperta fino al collo da un lenzuolo bianchissimo. Walter le si avvicina. Lei apre gli occhi.

WALTER:

Signora Collins?

MAE (Con sofferenza):

Lei chi è? Io non la conosco… Chi l’ha fatta entrare?

WALTER:

Non si preoccupi… è stata l’infermiera a farmi entrare…

MAE:
Ma non è orario di visite…

WALTER:

No, infatti al momento sono… abusivo

MAE:
Cosa vuole da me?

Walter prende una sedia e si siede alla destra di Mae, accanto al letto.

WALTER:

Mi chiamo Walter Bellow, signora…… Sto conducendo delle ricerche sulla vita di Hans Zvellar… lei lo conosceva?

MAE:

Hans?…… L’unico vero grande amore della mia vita… Hans…

WALTER:

Stavate insieme quando lui era qui a Los Angeles?

MAE:

Oh si… molto tempo insieme… ma poi la vecchiaia ha fatto lo scherzo di volerci separare…

WALTER:

Mi parli di lui, signora Collins…

MAE:
Ah, lui era straordinario… una piccola cosa lo poteva deprimere e allo stesso tempo lo poteva elevare alla massima potenza… era come… come… sono molto stanca signore… mi perdoni se le chiedo di lasciarmi sola… a riposare… su questi bellissimi cuscini… in questa stanza che splende della luce di Dio…

WALTER:

Mi scusi signora…… lei sapeva niente di un suo copione… scritto nel 1937?

MAE:

Quello dei cinquant’anni?

WALTER:

Cinquant’anni?

MAE:

Una storia d’amore durata cinquant’anni…

WALTER:

Si…

MAE:
Cioè la mia e la sua storia…… siamo stati insieme per cinquant’anni… finché è stato possibile…

WALTER:

La vostra storia?…

MAE:
La nostra storia… si

WALTER:

E quando è morto il signor Zvellar?

MAE:

E chi le ha detto che è morto?!… Hans… l’unico vero grande amore della mia vita…

 

Cresce un sottofondo musicale. La Mdp zooma sul primo piano di Walter.

STACCO

L’immagine torna a colori

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SCENA 30 – EST. STRADA – GIORNO

Vediamo delle scene in cui Walter corre velocemente per strada, come per arrivare puntuale ad un appuntamento.

Il sottofondo musicale va avanti.

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SCENA 31 – INT. CASA DI WALTER – GIORNO

Squilla il telefono. Walter piomba in casa completamente trasandato. Alza la cornetta. Risponde la solita voce.

WALTER (Affaticato):

Pronto…

VOCE AL TEL:

Conclusioni?

WALTER (Dopo alcuni secondi in cui riprende fiato):

Hans Zvellar e Mae Collins hanno avuto una storia durata cinquant’anni, finché lei non è stata trasferita in una casa di riposo per anziani, la Saint Mary, qui a Los Angeles… Mae Collins ha detto “L’unico vero grande amore della mia vita”…

 

Nessuno risponde.

WALTER:

Pronto…

 

Nessuno risponde.

WALTER:

Pronto…

 

Nessuno risponde. Passano alcuni secondi. Walter è pensoso.

WALTER:

Signor Zvellar?…

 

Passano ancora alcuni secondi di silenzio.

VOCE AL TEL:

La verità è vicina… stasera un uomo ti porterà a conoscere la verità… ti avvicinerai a lei più di quanto non ti aspetti… Se la vuoi, la devi prendere… sono le opportunità della vita…

 

Si sente la cornetta che va giù. Walter rimane impassibile. Attacca la cornetta. Si siede ancora trasandato sulla poltrona. Walter guarda l’orologio che segna le 2 del pomeriggio. Poi la Mdp ritorna su Walter, seduto e impassibile.

SEGUE

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SCENA 31 – INT. CASA DI WALTER – SERA

 

Stessa situazione. Walter è ancora seduto sulla poltrona. Si volta e guarda l’orologio che segna le 9 di sera. In sottofondo si sente una motore che si avvicina alla casa di Walter. Walter se ne accorge e va alla finestra. Vede un auto davanti al cortiletto di casa sua. La finestra riflette il volto un po’ spiritato di Walter. Poi Walter si infila una giubba, spegne le luci ed esce.

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SCENA 32 – EST. CASA DI WALTER – SERA

Walter percorre il cortiletto e si ferma sul marciapiede davanti casa, dove è parcheggiata una fuoriserie rossa. Walter si affaccia per vedere il guidatore. E’ Sam Shelby. Walter rimane scosso.

WALTER:

Professore…

SHELBY:

Sali…

WALTER:

Ma…

SHELBY:

Niente domande… il viaggio ti farà bene…

 

Walter, pensieroso, sale sulla macchina di Shelby. La Mdp inquadra la macchina che parte, spostandosi nel centro della strada. La Mdp si fissa al centro inquadrando i fari di posizione dell’auto che si dissolvono nel buio.

STACCO

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SCENA 33 – INT. AUTO DI SHELBY – SERA

La Camera Car è posizionata sul cofano dell’auto inquadrando sia Walter, sia Shelby che sta guidando. I due non parlano. Ogni tanto Walter si volta per guardare Shelby. Poi Shelby prende la parola.

SHELBY:

Hai molti dubbi, Walter, vero?

WALTER:

Vero

SHELBY:

E uno di questi riguarda anche me, vero?

WALTER:

Vero anche questo…

SHELBY (Sorridente):

Non sarà un viaggio lungo, te lo prometto… Oggi pomeriggio è morta Mae Collins, tredici minuti dopo che un ragazzo sulla trentina di nome Walter Bellow è andata a trovarla…

WALTER:

Cosa?

SHELBY:

Chi era Mae Collins? Nessuno… solo un’attrice da due soldi che passava il tempo a fare da comparsa nei film della Columbia… ma un giorno incontrò un polacco che aveva molto da dire, e che voleva cambiare la sua vita… scrisse un copione straordinario che fu archiviato solo per i suoi delicati contenuti, ma lui aveva visto bene, era tutto nella sua mente… e a pensarci era chiaro come il sole… Una storia d’amore che si protrae per cinquant’anni… sei sicuro che fossero cinquant’anni?

WALTER (Pensieroso):

E’ vero… in effetti sono sessant’anni… e non cinquanta…

SHELBY:

E perché?… Che succede in fondo al copione…

WALTER:

John e Dalia si ammalano e sono costretti ad una separazione fisica forzata… lui costruisce una dimora per lei e decide di restare tra le mura di casa, mentre lei viene trasferita in una casa di riposo per anziani… Ed era il 1987

SHELBY:

Esatto… e quali sono le ultime parole di Dalia per John?

WALTER (Pensoso):

John… l’ultimo vero grande amore della mia vita…

SHELBY:

Cioè le ultime parole di Mae Collins per Hans Zvellar, vero?

WALTER (Sorpreso):

Esatto…

SHELBY:

E nel copione chi è che è testimone delle ultime parole di Dalia?

WALTER:

Uno sconosciuto…

SHELBY:

Più precisamente?

WALTER:

Un romanziere che si era interessato alla loro storia… nel 1997

SHELBY:

Esatto… e il romanziere che fa quando viene a sapere che Dalia è morta?

WALTER:

Lo dice a John… al suo capezzale….

SHELBY:

Sei arrivato in fondo alla verità, Walter…… ci sono delle cose nella vita che a volte sono programmate, basta allungare un po’ il collo per vederle… E questa era una famosa frase di mio padre…

WALTER:

Suo padre?

SHELBY:

Non ti ho mai detto niente di mio padre… venne in America dall’Europa, tantissimi anni fa… ma aveva un cognome scomodo e i rapporti politici erano in crisi, c’erano dei perseguitati, la guerra incombeva, e lui cambiò nome in John Shelby… ma aveva un altro nome…

WALTER:

Come si chiamava?

C’è qualche secondo di silenzio. Shelby sorridente si volta verso Walter.

SHELBY:

Hans Zvellar…

 

Parte un sottofondo musicale di violino. Walter rimane scosso. Abbassa la testa.

SHELBY:

Come in tutti i copioni ci sono le modifiche istantanee… John e Dalia non avevano figli… e John era uno scrittore e non uno sceneggiatore… ma questa è un’altra storia… la storia vera e propria inizia sessant’anni fa… E adesso siamo arrivati alla fine della storia… sta a te dire a mio padre le ultime parole di mia madre, Mae Collins…

WALTER:

Perché mi ha fatto cercare i nomi dei personaggi che ha utilizzato Frank Capra…

SHELBY:

Cavoli, Walter… hai una storia lunga sessant’anni sotto mano. Quello che voleva mia padre è far capire che quel copione, nonostante fosse stato archiviato, era stato amato da chi l’aveva letto… e tu sei uno dei pochi… che ne pensi?

WALTER:

Penso che sia un capolavoro…

SHELBY:

Un capolavoro… esatto

WALTER:

E tutti quei fatti così reali…

SHELBY:

Sarebbero accaduti… perché basta pensarci… mio padre mi fece pensare, bastò una domanda ed ebbi una vera e propria visione…

WALTER:

Una visione…

 

Shelby si volta sorridente verso Walter, che appare scosso. Shelby torna a guardare la strada davanti a sé.

STACCO

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SCENA 33 – EST. LOS ANGELES – COLLINA – SERA

L’auto di Shelby arriva su una collinetta. Siamo nella stessa location dell’inizio. C’è una grossa villa con finestre arcuate. Le luci sono accese. L’auto si ferma e spegne i fari. Escono Walter e Shelby. Si recano all’entrata. La porta è aperta. Entrano.

L’immagine diventa in bianco e nero.

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SCENA 34 – INT. VILLA – SERA

Un carrello verticale a ritroso conduce Shelby e Walter nella villa. E’ illuminata in modo un po’ fioco, con luci pastose. Quadri e monili abbelliscono i corridoi. Walter e Shelby arrivano in prossimità di una grossa stanza da letto.

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SCENA 35 – INT. VILLA – CAMERA DA LETTO – SERA

La pareti sono spoglie. Nel centro della stanza c’è un letto con un uomo sopra. L’uomo ha una flebo alla sua destra. Accanto all’uomo c’è anche una donna sulla cinquantina che tiene in mano un termometro per la febbre. Walter e Shelby si avvicinano alla donna.

SHELBY:

Grazie infermiera… può andare

 

L’infermiera lascia la stanza. Shelby e Walter si avvicinano al letto, Shelby da un lato e Walter dall’altro. Shelby si avvicina all’uomo nel letto. La Mdp lo inquadra: è Hans Zvellar, adesso 93enne. Appare sofferente. Apre gli occhi.

SHELBY:

Papà…

HANS (Sofferente):

Figliolo…… ho avuto una ricaduta nelle ultime due ore…… ci siamo, vero?

SHELBY:

Non preoccuparti…

 

Hans si volta alla sua sinistra e vede Walter.

HANS (A Shelby):

Questo è Walter?

SHELBY:

Si, è lui…

 

Hans tende la mano a Walter. Walter gliela stringe.

HANS:

Voglio stringerti la mano figliolo……

WALTER:

Grazie, signore…

HANS:

Chiamami pure Hans…

WALTER:

Hans… è un onore…

HANS (A Walter):

Siediti figliolo…

 

Walter si siede su una sedia alla sinistra del letto e rimane davanti a Hans, con fare molto emozionato. Shelby rimane in piedi alla destra di Hans. Poi Hans guarda Shelby e si volta nuovamente verso Walter.

HANS:

Tu hai letto quanto scritto, figliolo… e ti chiederai come ho fatto a scrivere di avvenimenti accaduti anni e anni dopo… giusto?

 

Walter, emozionato, annuisce col capo.

HANS:

Allora voglio farti una domanda, figliolo…… Se pensi al male, e se allo stesso tempo pensi al male tra quarant’anni, a che pensi in realtà?

 

Walter è leggermente stranito.

WALTER:

Non lo so

HANS:

Certo che lo sai…

 

Walter è pensieroso. Ci sono alcuni momenti di silenzio.

WALTER:

Guerra batteriologica… terrorismo islamico… esecuzioni capitali sempre più frequenti…

HANS:

Esatto…… nel 1937 c’era da pensare a tante cose… la guerra, la modernizzazione, i complotti politici, le passioni della gente… adesso la gente ha tutto… o almeno ha tutto il bello e il nuovo che c’è… perché le cose belle finiscono prima o poi, non ci sarà più niente da inventare… il male invece resta… è così facile…

 

Hans, sofferente, stringe la mano di Walter.

HANS:

Tutti i giorni un’equipe di medici fa un piccolo passo avanti nelle ricerche sulle malattie… ma tutti i giorni ogni assassino, ogni stupratore, ogni politico corrotto, ogni spacciatore di droga, ogni mercante di menzogne fa fare dieci passi indietro alla nostra società, quindi al nostro vivere…… Nella mia storia era tutta una previsione… se poi le date sono azzeccate è da ritenersi puramente casuale… quello che mancava alla storia era… la mia storia… mia moglie è morta, vero?

WALTER:

Si

HANS:

E tu sei l’ultimo che l’ha vista in vita, vero?

WALTER:

E’ lei che mi ha mandato al Saint Mary, giusto?

HANS:

Nel copione, John contatta il romanziere perché cerchi la moglie in fin di vita in una casa di riposo… quindi sono stato io a contattarti…

WALTER:

Ha seguito tutto il copione…

HANS:

Quali sono state le sue ultime parole per me?

WALTER:

L’unico vero grande amore della mia vita

 

Ci sono alcuni secondi di silenzio. Hans piange. Continua a stringere la mano di Walter.

HANS (Piangendo):

E’ l’ultimo dialogo del mio copione… quando Dalia muore… e io che ti dovrei dire, figliolo?

WALTER:
Va’ a casa figliolo… e fa sapere al mondo che c’era un uomo che aveva pianificato la sua vita per amare una donna attraverso gli anni e i cambiamenti della società… e più parlava con te, più i minuti chiudevano la sua vita… vita d’amore, di ambizione… ma vita

HANS:
Bravo figliolo……

 

Walter è visibilmente commosso. Hans molla la presa sulla sua mano. Walter si alza in piedi e guarda Hans per l’ultima volta. Hans lo guarda a sua volta.

HANS:

Buona fortuna figliolo… e qui finisce il mio copione…

 

Walter, commosso, incrocia lo sguardo di Shelby che gli fa un sorriso. Walter senza dire niente esce dalla stanza.

L’immagine torna a colori

STACCO

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SCENA 36 – INT. VILLA – SERA

Un sottofondo di chitarra acustica accompagna la scena. Un carrello verticale a ritroso inquadra Walter dal davanti mentre cammina, visibilmente scosso, verso l’uscita.

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SCENA 37 – EST. VILLA – SERA

Walter esce dalla villa. Un piano sequenza lo inquadra mentre esce e lo segue finché davanti a lui, sullo sfondo, non vediamo le luci di Los Angeles.

FINE PIANO SEQUENZA

Ritroviamo la scena iniziale. Walter è di spalle. Si accende una sigaretta. La Mdp stacca sul primo piano di Walter. Walter si volta. Le luci della camera da letto di Hans si spengono. Walter si volta nuovamente e si siede sull’erba. La Mdp lo inquadra di profilo, mentre sta fumando. Si sentono i suoni delle sirene e delle auto in sottofondo.

Comincia il sottofondo musicale: “Carry Home” di Mark Lanegan

Passano alcuni secondi. Walter si alza e comincia ad incamminarsi giù per la collina. La Mdp lo inquadra fissa di spalle, mentre scende lentamente.

STACCO (Il sottofondo musicale continua)

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SCENA 38 – INT. CASA DI WALTER – NOTTE

Il sottofondo musicale continua.

La Mdp inquadra un primo piano della bellissima Chloe, che sta dormendo su una poltrona. Walter entra in casa e si avvicina a lei. Vede che è scoperta, perciò prende un plaid e glielo sistema addosso. Lei si sveglia. Lui la osserva, sospeso sulle ginocchia.

CHLOE:

Walter… dove sei stato?

WALTER:

Sei bellissima quando dormi… figuriamoci quando sei sveglia…

 

Chloe intimidita sorride.

CHLOE:

Credevo non arrivassi più…

WALTER:

Ero con il professor Shelby…

CHLOE:
A fare…

WALTER:

Ho una nuova tesi da scrivere……

 

Walter si alza e va in un’altra stanza. Chloe lo osserva mentre se ne va.

CHLOE:

Walter…

Walter torna in soggiorno con una macchina da scrivere. Va alla sua scrivania e la sposta proprio davanti alla finestra. Libera la scrivania dalle pile di foglie che la sovrastano e adagia la macchina da scrivere sopra di essa. Prende una sedia e si accomoda davanti alla macchina da scrivere. Guarda il suo riflesso nel vetro e vede Chloe che gli si avvicina abbracciandolo da dietro.

CHLOE:
Una nuova tesi?

WALTER:

Si

CHLOE:

E su cosa?

WALTER:

Su una storia d’amore… la storia di John e Dalia…

CHLOE:

E chi sono?

WALTER:

Due giovani che si innamorano… e la loro storia va dal 1997 al 2057…

 

Walter apre un cassetto della scrivania e lo inserisce nella macchina da scrivere. Aggiusta l’interlinea e si ferma per qualche secondo. Chloe lo osserva e continua ad abbracciarlo da dietro. Walter fa un sorriso d’incoraggiamento e comincia a battere i tasti. Poi si ferma. La Mdp stacca su ciò che ha scritto Walter. Si legge:

“THE MASTERPIECE”

(“Il Capolavoro”)

 

Degree Thesis by

 

WALTER BELLOW

 

Walter si volta verso Chloe. I due si sorridono.

WALTER:

Augurami buona fortuna…

CHLOE (Sorridendo):

Buona fortuna…

 

Walter e Chloe ridono. Poi Walter comincia a battere sui tasti.

STACCO

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SCENA 39 – EST. CASA DI WALTER – NOTTE

La scena si sposta in esterno. La Mdp alla finestra fa un carrello verticale a ritroso, inquadrando Walter, con Chloe che lo abbraccia da dietro, che scrive a macchina. Chloe lo osserva mentre scrive. La Mdp continua il suo carrello a ritroso, inquadrando anche parte del davanti della casa di Walter. Comincia un sottofondo musicale (“Theme From End Titles” – “Tema dei titoli di coda” – di Ryuichi Sakamoto). La scena dissolve.

SCHERMO NERO

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Titoli Di Coda

The Masterpiece – Il Capolavoro™

 

Un film di Lawrence Kasdan

Prodotto da Cesare Carugi

Per Cadillac Ranch Productions Inc.

CAST AND CHARACTERS

 

RUFUS SEWELL as Walter Bellow

JOHNNY DEPP as Hans Zvellar

ELIZABETH BERKLEY as Chloe Traubert

DONALD SUTHERLAND as Sam Shelby

HELEN HUNT as Mae Collins

E con le amichevoli partecipazioni di

HANK AZARIA as Harry Cohn

JACK CONLAY as Frank Capra

PRUITT TAYLOR VINCE as the attendant Curtis

JEWEL KILCHER as Paula Potter

Soggetto e Sceneggiatura di CESARE CARUGI

Fotografia di JOHN TOLL

Musica di RYUICHI SAKAMOTO

Produzione Esecutiva di CESARE CARUGI

SONGLIST:

“Forbidden Colours”

written and performed by Ryuichi Sakamoto & David Sylvian

available on “Secrets Of The Beehive” by David Sylvian

“Carry Home”

written by Jeffrey Lee Pearce

performed by Mark Lanegan

available on “I’ll Take Care Of You” by Mark Lanegan

 

“Power Of The Gospel”

written and performed by Ben Harper

available on “Fight For Your Mind” by Ben Harper

 

“Dawna”

written by Mark Sandman

performed by Morphine

available on “Cure For Pain” by Morphine

 

“Three Wishes”

written and performed by Roger Waters

available on “Amused To Death” by Roger Waters

 

“La Tristesse Amoureuse De La Nuit”

written and performed by

Levon Minassian, Manu Katche & Tony Levin

available on “World Diary” by Tony Levin

 

“When I Paint My Masterpiece”

written by Bob Dylan

performed by The Band

available on “Cahoots” by The Band

Tutte le canzoni sono edite su

“THE MASTERPIECE” Original Soundtrack

Available on CADILLAC RANCH RECORDS

Le musiche sono edite anche su

“MUSIC FROM THE MASTERPIECE”

By Ryuichi Sakamoto

Available on CADILLAC RANCH

THE MASTERPIECE – IL CAPOLAVORO™

The End

© 2001 Cadillac Ranch Productions Inc.

® All Rights Reserved

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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