Schermo nero.

Dissolvenza in apertura.

EST./INT. AUTOMOBILE/SPIAGGIA – POMERIGGIO

La mdp inquadra in campo medio l’interno di un’automobile. Al posto di guida, un UOMO sui 48

anni, con capelli corti e occhiali, barba ispida: David (Russell Crowe). Al posto di passeggero, una

DONNA sui 46 anni, piacente con lunghi capelli biondi: Ellen (Robin Wright). Entrambi vengono

inquadrati di spalle.

Tra i due, compare una villetta sulla spiaggia. La macchina è parcheggiata sul davanti della villetta.

È il primo pomeriggio: David ed Ellen sono seduti in silenzio a fissare le assicelle di legno sbiadito

che rivestono l’esterno, gli infissi piegati e rugginosi e le finestre sporche.

DAVID

Chissà se Roderick e Madeline Usher ci stanno aspettando.

Ellen fa un debole rumore: non si capisce se è di divertimento, o di dolore o di entrambi.

David, visto in primo piano, si gira verso di lei e le sorride.

DAVID

(con tono dolce)

Vuoi provare un altro posto?

Lei lo guarda perplessa.

ELLEN

Ma l’agente immobiliare ci ha detto che non ci sono altri posti.

DAVID

Non qui, no.

ELLEN

(incupendosi)

Non a Logan Beach?

David gesticola, vago. Dettaglio delle sue mani.

DAVID

Voglio dire, piuttosto che stare qui dove non ti senti a tuo agio…

(sorride di nuovo)

Sarebbe solo per la notte, di giorno staremmo qui.

Ellen annuisce distratta, senza togliere gli occhi dalla villetta, che viene inquadrata brevemente.

DAVID

Peccato che l’altra villetta sia andata distrutta.

ELLEN

(calma)

Già, proprio un peccato.

David la guarda di nuovo, poi allunga una mano e stringe quelle di lei, chiuse in grembo.

DAVID

Non sto cercando di cambiare il piano: è solo che… be’, abbiamo fatto un bel po’ di strada, e sarebbe

brutto stare in un posto che ci fa venire la depressione.

Primo piano di Ellen, preoccupata.

ELLEN

Dove potremmo andare?

DAVID

(alzando le spalle)

Credo che ci sono un bel po’ di posti lungo il Sound. Potremmo…

Ellen, di nuovo inquadrata, scuote la testa con vigore: David si interrompe.

ELLEN

No, sono certa che questo andrà benissimo. Non abbiamo nemmeno controllato dentro e già lo

condanniamo.

(sorride)

Su, andiamo a dare un’occhiata.

Ellen apre lo sportello e scende. David fa la stessa cosa.

EST./INT. SPIAGGIA/CASA

David si stiracchia, poi rabbrividisce. Il vento si alza. Inquadrati in campo lungo, David ed Ellen si

avvicinano alla villetta: nessuno intorno. In sottofondo, Lux Aeterna di György Ligeti.

DAVID

Cavolo se fa freddo!

ELLEN

Lo so.

David nota lo sconforto nel tono di voce di Ellen, si ferma e la guarda. Lei se ne accorge e si sforza

di sorridere.

ELLEN

Non preoccuparti per me. Un po’ di nostalgia, tutto qui.

Ellen si guarda intorno.

ELLEN

Logan Beach non è cambiata poi tanto.

DAVID

A parte il molo della nostra luna di miele che è stato scaraventato in mare da un uragano.

David prende dalla tasca della giacca la chiave e la infila nella porta: quando la apre, il fondo

struscia sulla moquette.

David, visto in piano americano come Ellen, fa una smorfia.

DAVID

Se è possibile, dentro fa ancora più freddo che fuori.

Ellen sorride.

ELLEN

(sorridendo)

Sono sicura che un bel fuoco in quel camino toglierebbe tutto il freddo.

David annuisce, poi si guarda intorno. Ellen si muove nel soggiorno: David la segue con lo sguardo,

poi si gira e richiude la porta, quindi segue Ellen nel soggiorno.

La mdp li segue effettuando una panoramica della stanza: il caminetto di pietra con il focolare

rialzato si trova alla sinistra di David, al centro della parete occidentale e sopra la cappa rivestita da

ciottoli è appeso un quadro a olio con una barca a vela sballottata dalle onde di un mare in burrasca.

David lo osserva, poi passa lo sguardo sulle basse scaffalature di legno ai due lati del caminetto,

sopra le quali si aprono due piccole finestre protette da tende. Quindi esamina la mobilia: il grosso

divano di fronte al caminetto, le poltrone, i tavoli, le lampade.

ELLEN

(f. c.)

Non è brutto per niente.

David la guarda.

DAVID

Lo pensi davvero?

Ellen annuisce. I coniugi escono dal soggiorno. La mdp resta sul soggiorno vuoto.

STACCO

David ed Ellen, fiancheggiando la stretta scalinata addossata alla parete, entrano nella saletta da

pranzo, dal soffitto molto basso: una finestra doppia ornata di tende, pavimento a parquet con un

tappeto ovale multicolore che lo ricopre, un tavolo rotondo di acero con quattro sedie a schienale

arrotondato, una lampada di rame sospesa sopra il tavolo e, sulla destra della porta della cucina, una

credenza con uno specchio polveroso appeso sopra di esso.

ELLEN

Dai, non è male.

DAVID

Ah-ah.

David chiude la porta e segue Ellen in cucina: la attraversa e vede il cavo del frigorifero arrotolato

sopra di esso.

DAVID

Ecco, e io che volevo qualche cubetto di ghiaccio.

ELLEN

Puoi usare la punta delle mie dita.

David sorride, quindi passa in rassegna il mobilio della stanza.

DAVID

Diciamoci la verità: questa è la cucina.

ELLEN

O il congelatore.

Ellen si gira e torna nella saletta da pranzo. David non si muove.

ELLEN

Tesoro?

David si scuote dai pensieri.

ELLEN

Qualcosa non va?

DAVID

(con un sorriso forzato)

No, sto solo… sognando a occhi aperti.

David le si avvicina. La musica termina.

DAVID

Ehi, non abbiamo ancora guardato al piano di sopra.

STACCO

Inquadrati in campo medio, David ed Ellen, lei per prima, salgono i grandini consunti della scala.

Appesi lungo di essa, piccoli quadri, ciascuno dei quali rappresenta una scena della costa o del

mare. David li osserva, incuriosito: la mdp li inquadra in dettaglio.

A metà strada c’è un pianerottolo con una porta sulla destra: David gira il pomello ed entra nella

stanza.

DAVID

Dio…

ELLEN

(avvicinandoglisi)

Questa è la peggiore di tutte.

La stanza è ampia: vediamo un tavolo di legno addossato alla parete orientale, segnato da incisioni e

chiazzato di macchie di vernici, e un divano mezzo sfondato addossato al muro accanto al quale si

trovava lui, una coperta piegata sopra un cuscino.

David attraversa il pavimento di legno, i suoi passi emettono un suono cupo e smorzato: afferra un

lembo della tenda e guarda fuori.

DAVID

Che panorama. Si vede…

David si gira e vede Ellen, sulla soglia della porta, a braccia conserte e i denti stretti.

DAVID

Troppo freddo.

Lei annuisce. David si volta e torna da lei, richiudendo la porta.

Campo medio della stanza vuota.

STACCO

David ed Ellen sono ora nella stanza da letto, buia. Una piccola porta sulla sinistra dà sul bagno: lo

specchio dell’armadietto rimanda le loro immagini indistinte.

Ellen è seduta sul materasso del letto a baldacchino, con addosso una trapunta quadrettata nera e

arancione.

David la bacia sulla punta del naso. Poi viene inquadrato in primo piano.

DAVID

(guardandosi in giro)

Ehi, è proprio quello che hai sempre sognato: un caminetto in camera da letto.

ELLEN

(stringendosi addosso la trapunta)

Mettimici dentro e accendimi.

David si inginocchia davanti al caminetto: mette da parte il parascintille, prende un giornale

ingiallito dal focolare, appallottola alcune pagine e le depone sotto il ciocco di legno mezzo

carbonizzato. Sulla cappa c’è una scatola di fiammiferi: David ne accende uno e tiene la fiamma

accanto alla carta, che prende subito fuoco. Poi torna dalla moglie.

DAVID

Che te ne pare?

ELLEN

È come il paradiso.

David, sorridendo, va alla finestra e abbassa la tapparella: nel farlo, guarda giù e vede la macchina.

DAVID

(senza voltarsi)

Funzionerà, El.

Lei, vista in primo piano, sorride, ma senza convinzione.

EST. SPIAGGIA – SERA

David ed Ellen stanno camminando sulla spiaggia, vengono visti dal basso: la casa buia dietro di

loro.

DAVID

Domani ci faremo una bella e lunga passeggiata, e ci porteremo appresso il picnic.

ELLEN

Sarebbe magnifico.

David ed Ellen non dicono nulla e si avviano verso la scogliera.

ELLEN

È quello che abbiamo fatto la prima notte.

DAVID

È vero, l’abbiamo fatto.

Ellen indica un punto lontano.

ELLEN

Ecco la casa.

David guarda la sommità della scogliera davanti a lui: viene inquadrata una casa, delle stesse

dimensioni della villetta in cui vivono David ed Ellen, in una delle finestre si scorge la luce di una

lampada.

DAVID

Chissà chi ci abita.

Ellen non risponde e si tira su il colletto della giacca.

ELLEN

Credo sia meglio concederci una buona notte di sonno.

DAVID

Lo credo anche io. Domattina cammineremo un altro po’.

INT. CAMERA DA LETTO

Ellen è in bagno a lavarsi i denti: David accende prima il camino, poi ci si mette davanti

spogliandosi e indossando il pigiama. Fa per mettersi sotto le coperte, ma ci ripensa e si mette a

sedere sul letto, a braccia conserte.

David allunga una mano e apre il cassetto del comodino, guardando dentro e trovandoci una scatola

di incenso: prende una delle tavolette e l’accende, quindi rimette la scatola al suo posto.

L’uomo si piega e si accinge a sistemare uno dei cuscini appoggiati alla testata: nota a questo punto

una fila di cinque X incise sul legno e consumate dal tempo.

David le osserva, incuriosito. La mdp mostra in dettaglio le cinque X.

Vediamo inquadrato un ciocco di legno, nel caminetto, cadere giù e andare a sbattere contro il

parascintille: David trasale e si volta, vedendo Ellen immobile sulla soglia che lo guarda.

DAVID

(ansioso)

Che stai facendo?

ELLEN

(sorridendo elusiva)

Niente.

La donna attraversa la stanza, appoggia il candelabro sul comodino e comincia a togliersi la

vestaglia.

ELLEN

Che è quest’odore?

DAVID

Incenso, nel cassetto del comodino.

David ed Ellen si infilano sotto le coperte.

ELLEN

Oh, mio dio: è come trovarsi fra due lastre di ghiaccio.

DAVID

Da questa parte è più caldo.

Ellen scivola verso di lui: il tocco dei suoi piedi ghiacciati lo fa sussultare.

ELLEN

Scusa…

David sorride affabile e la bacia, abbracciandola. Ellen si dimena, sospirando, prima debolmente,

poi più forte. David scioglie l’abbraccio. La mdp alterna i primi piani di loro due.

ELLEN

Ci sto provando, davvero. Te l’avevo detto che non sarebbe stato facile.

DAVID

(sospirando)

Capisco.

ELLEN

Sono ancora un po’… scossa, David.

(breve pausa)

Ci proverò, è tutto quello che posso dirti.

David la bacia su una guancia.

DAVID

Va bene, aspetterò.

Lei gli stringe una mano.

ELLEN

Grazie…

INT. STANZA DA LETTO/STUDIO – PIÙ TARDI

La mdp inquadra in primo piano David: sta dormendo. Dopo qualche secondo, però, apre gli occhi e

sospirando si volta sul fianco sinistro e guarda il fuoco nel camino.

David emette un altro sospiro, si tira su e scosta le coperte, quindi poggia i piedi a terra: si alza e

infila vestaglia e pantofole.

David lascia la stanza: la mdp lo segue. In sottofondo, Verkläkte Nacht, op. 4 di Arnold Schoenberg.

L’uomo, tastando con la mano destra, comincia a scendere le scale. Arriva al pianerottolo dove si

trova lo studio, la cui porta è socchiusa; David vi si avvicina e la apre del tutto.

La luce della luna si sparge sul pavimento della sala. David si ferma, affascinato. Dopo qualche

secondo l’uomo attraversa lo studio e va alla finestra.

La mdp lo inquadra in piano americano: David ci dà le spalle.

Passa qualche secondo, poi David si volta verso la porta: una figura indistinta è sulla soglia.

DAVID

Ellen?

La figura non risponde.

DAVID

Ellen? Allora?

La figura fa un passo in avanti, entrando nella luce. La vediamo in primo piano: è una RAGAZZA

sui 25 anni, con lunghissimi capelli neri, occhi verdi e un volto perfetto. (Mila Kunis). La ragazza

indossa una gonna bianca e un maglione, e ha una collana con un medaglione all’altezza della gola.

I piedi sono nudi e sporchi di sabbia.

DAVID

(inquieto)

Posso esserle utile?

Vediamo la ragazza in primo piano.

RAGAZZA

Terry?

David la fissa, confuso.

DAVID

No, mi spiace, io sono…

David si interrompe: la ragazza ha una sorta di rantolo strozzato.

DAVID

Lei vive qui?

La ragazza, inquadrata in primo piano, fissa negli occhi David, poi abbassa i suoi.

RAGAZZA

Vivo giù alla spiaggia, oltre la scogliera.

La ragazza sorride, increspando gli angoli ai lati della bocca. David resta colpito.

RAGAZZA

Ho visto la luce del caminetto al piano di sopra e ho pensato… è tornato: conoscevo l’artista che

viveva qui l’estate scorsa. Stavo passeggiando e ho visto la luce del caminetto.

David, in primo piano, annuisce, guardandola.

DAVID

E si chiamava Terry.

RAGAZZA

Sì, Terry Lawrence. Io sono MaryAnn.

David e MaryAnn si guardano a lungo.

MARYANN

Mi scusi se la fisso di continuo, ma lei mi ricorda tanto Terry.

David continua ad annuire, sempre guardandola.

MARYANN

Lei come si chiama? Non me l’ha detto…

David, imbarazzato, sorride.

DAVID

Mi scusi. Mi chiamo David. E così lei credeva che Terry Lawrence fosse tornato.

MaryAnn annuisce, poi si muove di un passo: dettaglio dei piedi.

MARYANN

Lo aspettavo.

DAVID

Allora non è più in contatto con lui.

Mary Ann annuisce con la testa e David sorride. Anche la ragazza sorride, radiosa.

MARYANN

Le piacerebbe vedere un ritratto che ha fatto di me?

David, con lentezza, annuisce.

MARYANN

(prendendogli la mano)

Allora venga.

Maryann lo conduce, lui continua a fissarla, verso una parete. Lei si volta e gli sorride, tasta la

pannellatura: c’è uno scatto e appare una porta socchiusa.

David si avvicina e guarda nella stanza buia.

DAVID

Che c’è dentro?

MaryAnn entra nella stanza.

MARYANN

(invitante)

Venga a vederlo.

David boccheggia, teso.

DAVID

D’accordo.

STACCO

Nella stanza, il buio più totale. David, inquadrato in mezza figura, socchiude gli occhi, cercando di

vedere MaryAnn.

DAVID

Dov’è?

MaryAnn non risponde e lui protende le mani, cercando nel buio.

DAVID

MaryAnn?

MARYANN

Sono qui.

David guarda ma non riesce (e noi con lui) a vederla. Poi, a un tratto, la sua mano destra incontra la

mano di MaryAnn: dettaglio delle due mani. La musica termina.

DAVID

Dov’è il quadro?

MARYANN

(sempre invitante)

Davvero vuole vederlo?

DAVID

Sì. Dov’è?

Dopo aver detto questo, David prende la scatola di fiammiferi e ne accende uno. MaryAnn

allontana il volto dalla fiamma e indica.

Il quadro è appoggiato a una parete e mostra la testa e le spalle della donna, dipinta in colori vivaci

e accesi.

David lo guarda a lungo. La mdp ci mostra sempre in primissimo piano il volto dipinto.

MARYANN

Le piace?

DAVID

È un bellissimo quadro. Quando l’ha dipinto?

MARYANN

L’estate scorsa.

David accende un altro fiammifero, annuendo e guardando il quadro per qualche secondo. Poi

David si scuote e si rende conto di essere solo nella stanza: sconcertato, esce e torna nello studio.

MaryAnn, vista di spalle, è davanti alla finestra e guarda fuori.

DAVID

Molto bello… quel medaglione che porta al collo.

MaryAnn si gira a guardarlo e sorride, affettuosa: i denti lucenti si intuiscono appena.

MARYANN

Le piacerebbe guardarlo?

DAVID

Moltissimo.

La ragazza sfila il medaglione dal collo e glielo porge.

MARYANN

Me l’ha dato Terry.

David annuisce, sorridendo, poi guarda il medaglione.

DAVID

Deve amarla molto.

MaryAnn si ritrae.

MARYANN

Non mi ama per niente. Se mi amasse non mi avrebbe lasciata.

David la fissa. La mdp inquadra il medaglione.

MARYANN

(allontanandosi dalla finestra)

Devo andare…

DAVID

(sgomento)

Ma…

MARYANN

Arrivederci…

MaryAnn esce con velocità dalla stanza: David la guarda andare via. Va alla finestra, e scruta a

lungo, ma non si vede niente.

INT. CAMERA DA LETTO – MATTINA

Sono da poco passate le nove.

David, inquadrato in primo piano, si risveglia a poco a poco e fissa intorpidito il soffitto. Si volta

verso il lato di Ellen: è vuoto, sul cuscino un biglietto. David lo prende e noi leggiamo cosa c’è

scritto:

Sono andata a Port Jefferson per fare spesa e verificare la situazione del gas e della corrente

elettrica. Accendi il fuoco, abbi fede e aspetta il ritorno della tua Ellen.

David sorride intenerito, poi si alza e va alla finestra: il cielo è grigio e senza sole e il vento sembra

essersi alzato di nuovo.

David comincia a vestirsi: indossa la camicia quando la catena e il medaglione di MaryAnn cadono

a terra. David lo raccoglie e d’impulso apre le due metà del medaglione.

Vediamo MaryAnn: non sembra invecchiata di un giorno. E un uomo, dai capelli neri, la faccia

magra e scavata.

David guarda a lungo la foto di MaryAnn, vista in dettaglio, poi mette il medaglione nel taschino

della camicia.

INT. SOGGIORNO

David è seduto al tavolo, il fuoco è acceso. David sta cercando di scrivere, ma ogni volta che scrive

una parola, la cancella subito. Dopo averlo fatto per l’ennesima volta, David ha un verso di stizza.

EST. SPIAGGIA

Inquadrato in campo lungo, vediamo David, con una giacca addosso, che si allontana a passo lento

dalla casa, che occupa una buona parte dello schermo. In sottofondo, Cinq Incantations per flauto di

André Jolivet.

David, pensieroso, inspira l’aria del vento, poi guarda davanti a sé: ha quasi raggiunto la scogliera.

David alza gli occhi verso la casa sulla sommità e la guarda, sempre pensieroso, quindi nota una

donna sul ciglio della scogliera, presso la cima di una scalinata di legno che scende fino alla

spiaggia.

David, camminando con passo regolare, la guarda con attenzione: sembra una donna anziana, una

sciarpa intorno al collo sventola.

David segue con lo sguardo la donna mentre cammina, poi scuote la testa e abbassa lo sguardo.

David ora costeggia la base della scogliera e mentre percorre un sentiero fra grandi massi, scorge

una villetta in fondo alla spiaggia, a meno di un chilometro di distanza.

Riascoltiamo la voce di MaryAnn.

MARYANN

Vivo giù alla spiaggia, oltre la scogliera.

David sussulta e raggiunge la sabbia più compatta, cominciando a camminare più svelto. Il battito

cardiaco è accelerato e si mischia alla musica.

Quando raggiunge la villetta, però, David si accorge che le persiane sono chiuse, e mostrano la

patina di un lungo abbandono.

David aggrotta la fronte, perplesso, quindi dopo qualche secondo si rende conto che la villetta è

disabitata da anni.

Arriva alla porta e bussa più volte, ma nessuno apre. Gira intorno alla villa, e bussa ancora: di

nuovo, nessuno apre.

David va via. La musica termina.

Vediamo in campo medio la villetta.

STACCO

David, visto in mezza figura, è ancora sulla spiaggia, sta osservando le onde infrangersi sulla

scogliera, meditabondo. Ellen, fuori campo, lo chiama.

ELLEN

David…

David si volta a guardare: Ellen è accanto alla casa. David la saluta, quindi si avvia verso di lei,

raggiungendola in pochissimo tempo.

ELLEN

Ciao.

David la bacia sulla guancia.

DAVID

Ciao. Sono contento che tu sia tornata.

La bacia sull’angolo della bocca. Ellen sorride, prende la mano del marito e la stringe.

ELLEN

Mi aiuti a scaricare la macchina?

David annuisce.

INT. CUCINA

Ellen sta preparando la colazione, mentre David è al tavolo, a bere un Martini.

DAVID

Fa freddo oggi.

Ellen si volta.

ELLEN

Già, però è bello. Che hai fatto?

DAVID

Ho provato a scrivere, ma niente di quello che scrivevo mi convinceva, così ho fatto due passi sulla

spiaggia. Hai dormito bene, stanotte?

ELLEN

Benissimo. E tu?

Primo piano di David: un momento di pausa, poi si lascia andare a un sorriso forzato.

DAVID

Benissimo.

Ellen si volta di nuovo: ha ora in mano una padella nera con dentro uova e pancetta, condite con

olio e margarina. La donna poggia la padella su un tagliere e siede di fronte a David, che a questo

punto starnutisce fortemente.

ELLEN

(sorpresa)

Ti stai raffreddando?

DAVID

Credo di no.

Ma starnutisce di nuovo. Ellen abbassa lo sguardo.

ELLEN

Hai le scarpe bagnate.

David controlla.

DAVID

Vero.

David comincia a sciogliere i lacci delle scarpe, intorpidito. E si toglie anche i calzini.

ELLEN

Santo dio. Come hai fatto a inzupparli così?

DAVID

Stavo guadando sotto la scogliera.

Ellen borbotta qualcosa di incomprensibile, poi mangia un po’ di uova.

ELLEN

Sta cominciando a fare caldo qui dentro.

Con fare innocente, Ellen slaccia i primi due bottoni della camicia.

DAVID

Fa’ pure con comodo.

Senza dire una parola, Ellen sbottona del tutto la camicia, quindi la sfila del tutto, restando in

reggiseno.

David si alza e le si avvicina, prendendole la mano: nel farlo, si abbassa e il medaglione gli scivola

dalla tasca e cade al suolo.

Ellen lo raccoglie: il medaglione viene visto in dettaglio.

ELLEN

Che cos’è?

DAVID

(facendo per riprenderglielo)

Niente.

ELLEN

No, davvero, che cos’è?

David scrolla le spalle.

DAVID

L’ha lasciato qui una ragazza.

Ellen guarda il marito.

ELLEN

Una ragazza? Quale ragazza? Quando l’hai vista?

DAVID

Ieri notte, mi sono svegliato e ho camminato per la casa. Questa ragazza conosceva l’artista che

abitava qui: ha visto la luce del caminetto dentro casa e ha pensato che fosse tornata. E adesso

dimenticati di lei.

Ellen indossa di nuovo la camicetta.

ELLEN

È entrata così?

DAVID

(un po’ irritato)

Sì. Mi vuoi fare il piacere di non pensarci più?

ELLEN

Sembri piuttosto ansioso che mi dimentichi di lei. Perché non mi hai detto che era stata qui?

Lui fa un sorriso forzato.

ELLEN

Me lo avresti detto se il medaglione non ti fosse caduto dalla tasca della camicia?

DAVID

(sorpreso)

Ma certo che te l’avrei detto.

Un momento di pausa. Primo piano di Ellen.

ELLEN

Come mi hai detto di Julia?

DAVID

Non vorrai paragonare questo con…

ELLEN

Me l’avresti detto, David?

DAVID

Sì, Ellen, sì!

David ha alzato un po’ la voce.

DAVID

(calmandosi)

Senti, lo so che sei ancora turbata da ciò che è successo, ma questo non ha alcuna relazione con…

Ellen lo guarda scettica e David si interrompe.

DAVID

El, andiamo. Credi davvero che mi sia fatto tutta questa strada per venire fino a qui per una seconda

luna di miele solo per poi spassarmela con una perfetta sconosciuta che…

ELLEN

Julia era una perfetta sconosciuta anche per me.

David si blocca di nuovo, mentre Ellen si alza e fa per uscire dalla stanza.

ELLEN

Ho appena dovuto sopportare un anno di bugie e di segreti, David. E sono un po’ stanca di bugie e

di segreti.

Detto questo, Ellen esce dalla stanza: David la segue con lo sguardo, la mdp resta su di lui. Dopo

qualche secondo, sentiamo la porta della camera da letto chiudersi rumorosamente.

David si alza.

STACCO

David, deciso, sta salendo le scale, due per volta, con furia. Si avvicina al pianerottolo dove c’è lo

studio: nella sua soggettiva, vediamo MaryAnn, che è sulla soglia della porta, immobile.

David la guarda, a bocca aperta. In sottofondo, Cinq Danses Rituelles per orchestra di André

Jolivet.

MaryAnn guarda David.

MARYANN

Che succede?

DAVID

(deglutendo)

Mi ha spaventato.

MARYANN

Mi dispiace. Non volevo.

DAVID

Da quanto tempo è qui?

MARYANN

Solo da un po’. Ero venuta a trovarla, ma lei non era in casa. Poi l’ho sentita arrivare con sua moglie

e…

(sorride imbarazzata)

Temevo che lei avrebbe frainteso, così… mi sono nascosta qui.

David annuisce, vago.

MARYANN

Potrei parlarle un minuto?

MaryAnn entra nello studio, David la segue subito. MaryAnn gli prende la mano e lo conduce al

divano: lei si siede, mentre lui resta in piedi. La mdp ce li mostra in campo medio.

DAVID

Ho provato a riportarle il suo medaglione.

MaryAnn si carezza la gola.

MARYANN

È vero, l’ho lasciato qui, giusto?

David annuisce appena, infila la mano nella tasca della camicia e lo estrae.

DAVID

(porgendoglielo)

Eccolo…

MaryAnn prende il medaglione e sorride.

DAVID

(teso)

Io… ho visto le foto dentro il medaglione e non assomiglio nemmeno un po’ al suo… Terry.

Primissimo piano di MaryAnn.

MARYANN

Lei mi ricorda moltissimo Terry.

MaryAnn guarda David, poi il medaglione, quindi si raccoglie i capelli scoprendo il collo e la nuca.

MARYANN

Me lo mette, per favore?

David si pone dietro di lei, e le guarda la nuca, inquadrata in dettaglio, per qualche secondo.

DAVID

Come è entrata in casa?

MARYANN

Con una chiave.

David le mette il medaglione.

DAVID

Perché mi ha detto che abita in fondo alla spiaggia? Io ho visto solo una casa ed è chiusa.

MARYANN

Abito in fondo alla spiaggia, oltre la scogliera

(sorride di nuovo)

La troverà, David.

I due sii guardano.

MARYANN

Lei è arrabbiato con me, vero?

DAVID

No.

MaryAnn sorride, radiosa.

MARYANN

Bene. Non voglio che lei sia mai arrabbiato con me.

(guardandosi attorno)

Le piace questa stanza?

DAVID

(senza toglierle gli occhi di dosso)

Credo di sì.

MARYANN

Io l’adoro, fin dalla prima notte. Ho conosciuto Terry sulla spiaggia: stavo passeggiando e lui era in

piedi, sulla riva, a guardare lontano. Abbiamo parlato, poi siamo venuti qui, abbiamo bevuto un po’

di vino e più tardi abbiamo fatto l’amore. Proprio su questo divano.

David trasale.

MARYANN

Si è arrabbiato perché gliel’ho detto?

DAVID

(tentando di sorridere)

No, è che… non sono…

MARYANN

(triste)

Sì, è arrabbiato. Non sia mai arrabbiato con me, David.

DAVID

Non lo sono.

Dettaglio della bocca di MaryAnn.

MARYANN

Tesoro, mi metteresti un braccio intorno al collo?

David la guarda, pauroso e nervoso, poi, d’istinto, muove il braccio per cingere la spalla di

MaryAnn, che avvicina il suo volto a quello di David.

MARYANN

(gemendo)

Ti prego.

David cerca di fermarsi, il volto di MaryAnn gli si fa ancora più vicino, gli occhi socchiusi, lei che

alita contro di lui.

David passa le dita della mano destra nei capelli della ragazza, mentre entrambi si baciano.

MARYANN

Amami, David.

David guarda MaryAnn, il volto della ragazza carico di desiderio.

MARYANN

Amami, David.

David scrolla le spalle, impotente e fa scivolare le braccia intorno al corpo di lei, che gli si

abbandona, le labbra affamate sulle sue.

Entrambi sono stretti.

Poi a un tratto MaryAnn libera il braccio destro, prende la mano di David e se la porta al seno

sinistro: va all’indietro, senza mai distogliere lo sguardo da David, si toglie il maglione, restando a

seno scoperto: la mdp la inquadra brevemente.

David resta senza fiato. La musica termina.

Dissolvenza in chiusura.

Dissolvenza in apertura.

David è sdraiato sul divano, supino, MaryAnn è sopra di lui. La ragazza si piega e fa scorrere la sua

lingua sulle labbra dell’uomo. David è a fuoco, MaryAnn no.

MARYANN

Ti è piaciuto?

Lui non dice una parola.

MARYANN

(sorridendo)

Sembra di sì, ti è piaciuto.

MaryAnn si alza e si mette in piedi accanto al divano, guardandolo dall’alto in basso.

MARYANN

Sono bella?

DAVID

Sei la donna più bella che abbia mai visto in tutta la mia vita.

MARYANN

E mi ami?

David la fissa, vacuo.

MARYANN

Non importa, lo farai. Sei mio.

(sussurrando, orgogliosa, lasciva)

Mio.

MaryAnn comincia a rivestirsi. In pochi secondi finisce e si risiede accanto a lui.

MARYANN

Sono felice che ti piaccia.

MaryAnn si china e lo bacia.

MARYANN

Tu mi vuoi ancora, non è vero?

David fa di sì con la testa.

MARYANN

Grazie, tesoro. Non te ne pentirai.

(rauca)

Ti darò tutto ciò che hai sempre desiderato. Tutto.

INT. CAMERA DA LETTO

Ellen è sdraiata sul letto non rifatto, coperta dalla trapunta, la schiena alla porta. David, arrancando

spossato, raggiunge il letto e vi si stende gemendo.

L’uomo comincia poi a tremare e a battere i denti.

Ellen si volta a guardarlo, con aria strana. Lui solleva le palpebre inerti.

ELLEN

Che c’è? Stai male?

David, sussultando, scuote la testa.

ELLEN

Tremi tantissimo.

DAVID

Lo so. Io…

Ellen lo fissa in silenzio, preoccupata, poi d’impulso scivola al suo fianco.

ELLEN

Sei così freddo. Oh, David, mi dispiace, non sapevo che fossi così sconvolto.

David la guarda, carico di senso di colpa.

ELLEN

Tesoro, stai tremando in modo incredibile.

Ellen passa una mano sotto di lui e si sistema ancora più vicino.

ELLEN

(bisbigliando)

Va tutto bene…

Dissolvenza in chiusura.

Dissolvenza in apertura.

David si sveglia e sempre spossato guarda verso la finestra: fuori è buio. David solleva la mano e

legge l’ora sulla sveglia: un dettaglio ravvicinato ci informa che sono quasi le sette di sera.

ELLEN

(f. c.)

Sveglio?

David trasale e si guarda intorno: Ellen è seduta davanti alla toeletta illuminata dalla lampada, a

gambe incrociate e sta agganciando le calze alla giarrettiera. La donna indossa inoltre un corsetto

nero.

Ellen si guarda allo specchio e contemporaneamente guarda il marito.

ELLEN

Dormito bene?

DAVID

Credo di sì.

David si accorge che Ellen ha anche i capelli acconciati.

DAVID

(sorridendo)

Hai un appuntamento?

ELLEN

(spazzolandosi i capelli)

Mmh-mmh.

DAVID

Lo conosco quel bastardo?

Ellen annuisce.

ELLEN

È un famoso sceneggiatore televisivo.

Ellen si volta verso David e gli sorride: rapidi primi piani di entrambi.

DAVID

Tesoro, sei splendida.

ELLEN

Sono così felice. Voglio essere bella per te.

David si alza e va a baciarla.

INT. AUTOMOBILE – SERA

La mdp inquadra David ed Ellen nell’auto, che sta svoltando a sinistra: Ellen lascia che il

movimento la faccia scivolare verso il marito. Ellen appoggia la testa sulla spalla di lui, entrambi

sembrano sereni.

DAVID

È stata una bella serata.

ELLEN

Magnifica.

DAVID

Sono contento che tu abbia avuto questa idea.

ELLEN

Anche io.

Mentre la macchina procede lungo la zona commerciale, David vede le luci accese nell’emporio.

DAVID

Che ne diresti di un po’ di gelato?

ELLEN

(pensandoci su)

Perché no?

Vediamo, da fuori, la macchina fermarsi davanti all’entrata dell’emporio: Ellen e David scendono.

Una Bentley nera, curatissima, è parcheggiata a un paio di metri dalla macchina dei due coniugi,

che entrano nell’emporio.

INT. EMPORIO

Il bancone è sulla sinistra. In fondo c’è il proprietario, un uomo di quasi 90 anni, con barba candida

e capelli radi, che sta parlando con una donna ben vestita sui 70 anni (Samantha Eggar). Tutt’e due

volgono lo sguardo quando la porta si apre e la donna sorride.

DONNA

Buonasera.

PROPRIETARIO

Buonasera.

David ed Ellen restituiscono il sorriso, annuendo. La mdp ci mostra tutto l’emporio in campo medio.

DAVID

Buonasera.

I due coniugi siedono su due sgabelli e il proprietario va a servirli.

PROPRIETARIO

Posso esservi utile?

ELLEN

Oh… vediamo. Una cioccolata calda.

DAVID

Facciamo due.

L’uomo si allontana.

David si sporge e bacia sulla guancia la moglie, poi mentre si risistema, nota che la donna li sta

ancora osservando. David le sorride: la mdp ci mostra la donna che non ha reazioni particolari.

DONNA

(guardando David)

Scusate. Non volevo essere importuna, è solo che in questo periodo dell’anno non ci sono molti

turisti.

(guarda Ellen)

Non siete di qui, vero?

Ellen le sorride.

ELLEN

No, siamo di Los Angeles.

DONNA

(impressionata)

Los Angeles. Siete lontani da casa. Di certo non avete fatto tutto questo viaggio solo per visitare

Logan Beach.

ELLEN

Ecco, vede, abbiamo passato qui la luna di miele e…

La donna, in primo piano, sorride e annuisce.

DONNA

Ah. E siete tornati per rivederla.

ELLEN

Proprio così.

DONNA

Vi sembra molto diversa?

ELLEN

(non molto sicura)

No. Io non… non mi sembra. Più o meno è la stessa.

DAVID

A parte il fatto che la villetta in cui abbiamo passato la luna di miele è stata distrutta da un uragano.

La donna annuisce con aria di comprensione.

DONNA

Che cosa terribile: volevate stare lì.

ELLEN

Abbiamo trovato lo stesso un posto carino, proprio vicino all’acqua: una casa deliziosa.

La donna guarda David, che a disagio muove gli occhi.

DONNA

Dalle parti della scogliera?

ELLEN

Sì.

DONNA

Mi sembrava di aver visto delle luci.

Primo piano di David, colpito.

DAVID

È sua quella casa proprio in cima?

DONNA

Sì.

ELLEN

È una bellissima casa.

Primo piano della donna.

DONNA

Grazie. Magari prima di partire verrete a farmi visita. Mi chiamo Grace Brentwood.

ELLEN

Oh… certo. Mi scusi, non ci siamo presentati. Questo è mio marito, David Wheeler. Io sono Ellen.

Primo piano di David.

DAVID

(mormorando)

Piacere di conoscerla.

Il proprietario dell’emporio torna e appoggia sul bancone le due tazze di cioccolata, inquadrate in

dettaglio. In sottofondo, Lontano di György Ligeti.

GRACE

Be’, sono proprio felice che ci siamo conosciuti in questo modo. Anche se avremmo potuto

incontrarci sulla spiaggia.

DAVID

Ci va spesso?

GRACE

Sempre, mi piace passeggiare lì.

David fa un cenno d’assenso.

DAVID

Mentre stavo passeggiando, ieri mattina…

GRACE

Allora è lei che ho visto.

DAVID

(sorridendo)

Sì. Sono arrivato a una villetta chiusa lungo la spiaggia: è sua anche quella?

La signora Brentwood annuisce e poi sorride.

GRACE

(guardando l’orologio)

Santo cielo, è passata da un bel po’ l’ora di andare a letto.

La signora Brentwood, mentre David scende dallo sgabello, protende la mano verso Ellen.

GRACE

(sorridendole)

Venite a trovarmi.

ELLEN

Lo faremo.

GRACE

Bene.

La signora Brentwood stringe la mano a David, guardandolo a lungo negli occhi: lui ricambia lo

sguardo, a disagio. Poi la donna esce dall’emporio.

Torniamo su David ed Ellen, mentre la musica termina.

ELLEN

Bella donna.

DAVID

Già.

ELLEN

Credo che tu le piaccia.

DAVID

(irrigidendosi)

Io? E da cosa l’hai capito?

ELLEN

Da come ti guardava.

Primo piano di David, pensieroso.

INT. AUTOMOBILE

David sta guidando, assorto. Ellen guarda fuori la finestra.

ELLEN

Credi che dovremmo andarla a trovare?

DAVID

Se ci sarà tempo.

Ellen emette un piccolo gemito.

ELLEN

Questo dannato corsetto…

DAVID

Ti fa male allo stomaco?

Ellen annuisce.

ELLEN

Non credi sarebbe meglio spegnere la…

David la guarda, stupefatto. Ellen sorride.

ELLEN

Perché no?

Vediamo la macchina, da fuori, sterzare in uno spiazzo isolato.

STACCO

Ellen e David stanno rivestendosi, ma entrambi sono delusi e arrabbiati.

David mette in moto, tornando presto sulla strada principale. La mdp resta su di lui.

DAVID

Mi dispiace, tesoro.

ELLEN

Va tutto bene. Non è colpa tua.

DAVID

Tu eri eccitata, vero?

ELLEN

(ridendo, tesa)

Non sono di legno, David.

DAVID

Lo so, tesoro. Volevo solo essere sicuro che non fingessi per farmi contento.

ELLEN

(sospirando)

Non sono così smaliziata.

David stringe le mani (viste in dettaglio) sul volante.

DAVID

Mi dispiace, El. Mi dispiace davvero.

ELLEN

(stringendosi nel cappotto)

Non c’è niente di cui devi dispiacerti. E poi cominciavo a sentir freddo.

Vediamo, da fuori, la macchina percorrere la strada.

INT. CASA

Ellen e David sono entrati in casa. David abbraccia la moglie e la bacia all’angolo della bocca.

DAVID

Ti amo, El.

Lei socchiude gli occhi.

ELLEN

Ti amo anche io: è stata una serata deliziosa.

DAVID

Non è ancora finita.

ELLEN

No.

David si dirige verso la saletta da pranzo, poi passa in cucina e accende la luce. Prende un paio di

bicchieri dall’armadietto sopra il lavello, tira fuori dal frigo una bottiglia di liquore e torna in

soggiorno.

Ellen è seduta, a gambe accavallate.

David versa il liquore, guardando desideroso Ellen.

DAVID

Sei uno schianto, El.

Lei sorride: David le porge un bicchiere.

ELLEN

Per me?

DAVID

Per scaldarti.

Ellen esita, poi sorride e accetta il bicchiere. David versa il liquore per sé, poi appoggia la bottiglia

sul tavolino e solleva il suo bicchiere. In sottofondo, La mano sinistra di Hans Werner Henze.

DAVID

(facendo un brindisi)

A noi?

ELLEN

A noi.

Entrambi bevono un sorso e poi Ellen fa una smorfia.

David le si siede accanto, lei lo guarda negli occhi.

DAVID

(accorgendosene)

Che c’è?

Lei deglutisce, muove la bocca, poi abbassa lo sguardo, tornando a rialzarlo dopo qualche secondo.

ELLEN

Tu mi ami, vero?

DAVID

Ma certo, io…

ELLEN

Pensaci. Prima di rispondere, pensaci.

David posa il bicchiere, l’abbraccia e la bacia. All’inizio Ellen si limita a lasciarlo fare, e lui le

prende il bicchiere e lo depone accanto al suo. Ellen fa scivolare le braccia attorno al collo di David

e lo tiene stretto mentre si baciano.

Poi, dopo un po’, Ellen ritrae la testa, respirando a fatica.

ELLEN

Mi ami?

DAVID

Sì.

ELLEN

Allora dillo.

David le afferra i capelli con la sinistra e la bacia, quasi con violenza.

DAVID

(con voce roca e tremante)

Ti amo.

ELLEN

(sussurrando)

Tesoro, amami.

David la bacia a lungo, poi si ritrae da lei, prende i bicchieri e gliene porge uno.

DAVID

Bevi tutto.

Ellen solleva il bicchiere e lo trangugia fino all’ultima goccia, boccheggiando quando finisce, quindi

guarda per un attimo David, poi lancia il bicchiere nel fuoco, brusca.

David beve tutto d’un fiato il liquore e, poi, anche lui scaraventa il bicchiere nel fuoco.

Senza distogliere lo sguardo da David, Ellen si mette in ginocchio e si sistema cavalcioni su di lui.

ELLEN

Sarà com’era una volta. Com’era una volta.

Si piega all’indietro, tira giù la lampo del corsetto. David la stringe forte, premendo la faccia contro

il suo petto.

DAVID

(baciandole i seni)

Sei la mia vita… la mia vita.

ELLEN

(singhiozzando)

Tesoro…

David alza lo sguardo: uno scintillio di lacrime negli occhi di Ellen. Tremando, David la bacia sulle

labbra e sulle guance.

Senza volerlo, David grugnisce, rabbrividendo. Le apre i vestiti, con le dita tremanti, eccitato.

David si sente travolgere dal terrore: comincia a tremare, respirando in modo convulso come Ellen,

ma per la paura piuttosto che per l’eccitazione.

Tutto intorno a David si deforma, cambia: il volto di Ellen è una maschera di gelatina pallida.

David si blocca e si ritrae da Ellen, che comincia a rivestirsi.

ELLEN

(guardandolo)

Non ce l’hai fatta, vero?

David deglutisce. La musica termina.

DAVID

(secco)

Sì. Un po’, all’inizio, ma non sono riuscito ad arrivare fino in fondo. Mi dispiace.

ELLEN

È tutto a posto.

DAVID

Vorrei che l’avessimo fatto.

David si sporge in avanti e la bacia.

DAVID

È stato bellissimo. Davvero. Proprio come una volta.

Entrambi si guardano, poco convinti.

INT. STANZA DA LETTO/STUDIO

David giace inerte sulla schiena, lo sguardo fisso nell’oscurità. Ellen dorme, il respiro lento,

regolare e profondo.

David, pensieroso, si dimena, quindi si drizza a sedere. Ellen si muove appena, continuando a

dormire.

L’uomo si alza e siede sulla sedia a dondolo, rabbrividendo. Infila vestaglia e pantofole e siede di

nuovo, guardando fuori: la macchina scintilla alla luce della luna.

David si alza ed esce dalla stanza.

STACCO

David è nel pianerottolo, apre la porta dello studio ed entra: si fa strada lungo il pavimento e apre

una tenda.

David resta a guardare fuori, per qualche secondo.

Poi sente la porta richiudersi e si gira con un sussulto, il cuore pulsante.

MARYANN

(nell’oscurità)

Sono tornata. È tutta la notte che sono qui. Ti stavo aspettando.

David non dice nulla. MaryAnn emerge dall’oscurità, bellissima.

MARYANN

Ho cercato di tenermi lontana, ma non ci sono riuscita. Sono tornata e ho usato la chiave.

MaryAnn attraversa lo studio e va a stringerglisi addosso: mette le sue mani dietro la sua schiena.

La mdp li inquadra entrambi in primo piano di profilo. In sottofondo, Volumina di György Ligeti.

MARYANN

Tu mi vuoi, non è vero? Adesso sei mio, non è vero?

DAVID

Io…

MARYANN

Lo sei?

David la guarda, incapace di parlare.

Entrambi si stringono ancora di più e avvinghiati cominciano a baciarsi con selvaggio trasporto.

MARYANN

(rantolando)

Mio!

DAVID

Sì.

MARYANN

Dillo, allora!

Sia David che MaryAnn ansimano.

DAVID

(con voce rauca, deformata dalla passione)

Tuo, tuo!

Dissolvenza in chiusura. La musica termina.

INT. CUCINA – MATTINA

Vediamo Ellen: sta leggendo Anna Karenina. Dopo un po’, alza la testa: David, in vestaglia, ha

appena disceso l’ultimo gradino e si è fermato sulla soglia. L’uomo ha gli occhi rossi e i capelli

scarmigliati, il volto stanco e segnato, la barba sfatta.

ELLEN

Ciao.

Vediamo l’orologio: segna quasi le due del pomeriggio.

Silenzio tra David ed Ellen.

DAVID

Mi dispiace di aver dormito fino a tardi.

ELLEN

Non essere sciocco. È per questo che siamo qui.

David annuisce e punta verso la cucina, con andatura lenta.

Ellen mette via il libro.

DAVID

Non alzarti.

ELLEN

Non mi importa. Ti preparo volentieri un po’ di uova e pancetta.

DAVID

Prendo solo il caffè. Non ho molta fame.

David entra in cucina: rabbrividisce per il freddo. L’uomo versa un po’ di caffè in un bricco e

comincia a riscaldarlo. Beve quindi un po’ d’acqua dal lavandino.

David poi spegne la fiamma, versa il caffè in una tazza e depone il bricco nel lavello, e siede, il

corpo pesante.

David stringe le dita attorno alla tazza e con fatica la alza, bevendo un sorso di caffè.

Primo piano di David, pensieroso. Per un momento ai suoi occhi si sostituiscono quelli di

MaryAnn.

Nella cucina entra Ellen.

ELLEN

Perché te ne stai seduto qui? Fa freddo.

DAVID

Lo so.

Ellen sorride e gli appoggia una mano sulla spalla, stringendola una volta.

ELLEN

Siediti in soggiorno.

DAVID

Va bene.

David si alza, con fatica.

DAVID

Siediti accanto a me.

ELLEN

(esitando)

Ecco…

(guardandosi attorno)

C’è rimasto un po’ di caffè?

DAVID

Credo di sì.

Ellen solleva la caffettiera e la scuote. David esce dalla cucina: la mdp lo segue mentre va in

soggiorno e si mette a sedere in una delle poltrone, la schiena rivolta alla finestra. Abbassa gli occhi

sulle mani che stringono la tazza: dettaglio del liquido scuro che galleggia.

David guarda da sopra la spalla verso la finestra: una bella giornata.

David si guarda di nuovo le mani.

Ellen entra nel soggiorno portando una tazza di caffè.

ELLEN

Vuoi qualcosa di dolce?

DAVID

No, grazie.

Ellen siede di fronte a lui.

ELLEN

Hai dormito bene?

DAVID

Sì, grazie.

ELLEN

Davvero?

DAVID

Uh… non troppo bene.

ELLEN

Mi dispiace. Ti sentivi male?

DAVID

Un po’. Il vino a cena mi scombussola sempre.

Lei annuisce e tace per un po’.

ELLEN

Se non ti senti bene, torna a letto.

DAVID

È tutto a posto.

Elle lo guarda.

ELLEN

Che ti prende? Stai tremando.

DAVID

Qui dentro fa freddo: mi vado a vestire.

David si gratta la fronte e fa un sorriso stiracchiato.

ELLEN

E adesso che c’è?

David la guarda a occhi socchiusi.

DAVID

Pare che questa conversazione non ci porti da nessuna parte.

ELLEN

Scusa.

David sospira e aggrotta la fronte.

ELLEN

David, che c’è che non va?

DAVID

(muovendosi a disagio)

Niente. Ellen mi sono appena alzato.

(breve pausa)

D’accordo, è questa casa: dovremmo andarcene.

ELLEN

Che differenza fa un posto o un altro? Il problema siamo noi, è il nostro matrimonio, quello che ne

rimane.

DAVID

Devo passare il resto della mia vita in uno stato di penitenza?

Ellen lo guarda con aria di sfida.

ELLEN

La penseresti nello stesso modo se fossi stata io, e non tu, ad avere una relazione?

DAVID

Non è stata una relazione. Mi ero convinto di volerla sposare.

ELLEN

Chiamala come ti pare: è stata una relazione.

DAVID

No, non lo è stata. Il nostro matrimonio stava cadendo a pezzi quando ho conosciuto…

ELLEN

Perché stava cadendo a pezzi. Perché?

DAVID

Conosci i motivi bene quanto me. Troppe ore di lavoro, poco tempo per stare insieme. Che

importanza ha?

ELLEN

(sempre più dura)

Questo significa vedere le cose con chiarezza. Siamo quasi due estranei, David, te ne rendi conto?

Primo piano di David.

DAVID

Capisco. E io che pensavo ci fosse qualcosa in comune, fra noi.

ELLEN

Ma certo che avevamo qualcosa in comune. Saremmo rimasti insieme per ventun anni se non ci

fosse stato niente? Ma non era sufficiente. Non siamo mai andati oltre la superficie.

David non dice nulla. Ellen lo guarda, accusatoria.

ELLEN

Lo sai come mi sento? Come una moglie tradita. Per la seconda volta.

David, già sconvolto, contrae ancora di più la mascella e i muscoli del collo.

ELLEN

Lo so che non è vero, è solo che mi sento così. Perché il modo in cui hai mantenuto segreta la tua

relazione è lo stesso che hai sempre usato per nasconderti a me. Io non ti conosco, David. Non nel

profondo. Sei dolce e gentile e anche divertente, ma io non ti conosco. Magari è vero anche il

contrario, magari anche io sono elusiva con te. Non abbiamo costruito un rapporto, ne abbiamo

evitato uno. Abbiamo messo in scena la nostra vita matrimoniale, invece di viverla.

Segue un momento di silenzio. David la guarda, triste e teso. Ellen comincia a piangere: si asciuga

le lacrime.

ELLEN

Mi dispiace. Ti chiedo scusa. Non volevo aggredirti così, non volevo farlo. Non volevo che andasse

a finire così.

Ellen va via, senza dire una parola. David resta seduto, immobile, a fissare la tazza di caffè. Ellen va

alla porta di ingresso e la apre.

David si alza, la tazza di caffè in mano, e mentre beve vede Ellen dalla finestra: la donna cammina

lungo la spiaggia, nella direzione opposta alla scogliera.

David la osserva mentre si allontana, la figura della donna che si fa più piccola.

David siede di nuovo al tavolo e prende il libro, lo sfoglia, quindi sussulta quando sente bussare alla

porta.

David raggiunge la porta, eccitato, e la apre, sorridendo.

La signora Brentwood sorride a sua volta.

GRACE

Buon pomeriggio.

DAVID

Buon pomeriggio.

Grace indossa una gonna di tweed e una giacca di pelle chiusa, una sciarpa intorno al collo.

GRACE

Come va?

DAVID

Bene.

GRACE

Posso entrare?

DAVID

(trasalendo)

Certo, naturalmente. Mi scusi, ero soprappensiero.

David si sposta e la signora Brentwood entra.

GRACE

Allora, come vi trovate in questa casa?

DAVID

Bene: è molto piacevole.

Primo piano di Grace.

GRACE

Sì. Non gliel’ho chiesto ieri sera, non mi è sembrato opportuno. Ha visto il suo fantasma?

David la guarda, interrogativo. In sottofondo, Missa Uxor Tua di André Jolivet.

DAVID

Il suo che cosa?

GRACE

Il suo fantasma.

David, in primo piano, sbatte le palpebre.

DAVID

Allora avevo sentito bene. Avrebbe dovuto parlarcene ieri sera.

GRACE

Non volevo che sua moglie sapesse. Dunque, non lo ha visto?

DAVID

Il fantasma di chi?

GRACE

Allora ci crede?

Lui ride e gesticola, maldestro.

DAVID

Be’, non la conosco abbastanza per dire che si sta inventando tutto.

Grace lo fissa, penetrante.

GRACE

Il fantasma è quello di una giovane donna: si chiama MaryAnn. Non l’ha mai sentito prima?

DAVID

Be’, non in relazione a…

GRACE

E non l’ha vista?

DAVID

Signora Brentwood… no, non l’ho vista.

David sorride, prima educato, poi provocatorio.

GRACE

Meglio per lei che non l’abbia vista: se succedesse si accorgerebbe che è piuttosto spiacevole.

DAVID

(fingendo interesse)

Allora lei l’ha vista.

Lo sguardo di lei si fa più penetrante.

GRACE

Altrimenti come farei a sapere di lei?

DAVID

E lei è l’unica ad averla vista?

Grace sorride, fredda e distaccata.

GRACE

Signor Wheeler, ho 67 anni e devo ancora avere la mia prima allucinazione.

DAVID

(accondiscendente)

Dunque non ha nessun dubbio che questa MaryAnn è un fantasma. Come lo sa?

Primo piano di Grace.

GRACE

Perché è morta alcuni anni fa, signor Wheeler. Ho visto il suo cadavere.

David rabbrividisce.

GRACE

Lei l’ha vista, vero?

DAVID

Cosa? Le ho già detto…

GRACE

So quello che mi ha detto e so anche ciò che vedo. La sua faccia non mente, David.

DAVID

Signora Brentwood…

GRACE

La sua faccia rivela un terribile esaurimento, un esaurimento provocato dal suo attacco psichico.

La signora Brentwood gli appoggia una mano sul braccio: David si tende.

GRACE

Lasci questa casa, sono qui per dirle questo: la lasci. Vada da qualche altra parte. Si inventi qualche

scusa con sua moglie per andarvene. Appena avrà lasciato questo posto, proverà un gran senso di

pace.

Silenzio.

GRACE

Sono certa che lei si vanta di essere un uomo intelligente, sono certa che lei è abituato a trovare

prove concrete. Non lasci che questo le accechi la vista. Per quanto tutto possa sembrarle illogico,

lasci che il suo intuito abbia la meglio. Poi potremo approfondire i fatti.

Grace afferra di nuovo il braccio di David, stringendo le dita, viste in dettaglio.

GRACE

Adesso una sola cosa è importante: che lasci questa casa.

DAVID

Sono il primo a cui dice queste cose?

GRACE

Assolutamente no…

Altro momento di silenzio: Grace lo guarda a lungo.

GRACE

È giusto che lei sappia. Si tratta di un giovane che ha vissuto qui un’estate. Contrariamente ai miei

consigli è rimasto per quasi quattro mesi. Ed è stato necessario allontanarlo con la forza: è stato

ricoverato in un ospedale psichiatrico. Credo sia rimasto vittima dell’influenza di MaryAnn, e che

sia stato posseduto da lei.

David si irrigidisce.

DAVID

Posseduto?

GRACE

Invasato. MaryAnn dominava la sua mente.

David stringe i denti.

GRACE

Vede, MaryAnn è uno di quegli spiriti terreni, probabilmente la forza psichica più insidiosa a cui

l’uomo possa essere soggetto. Perché, anche se non sono vivi, gli spiriti terreni scelgono di stabilirsi

insieme ai vivi, tentando di controllarli e di servirsi di loro. Sono portati a credere, anzi ne sono del

tutto convinti, di essere ancora vivi, e che nulla è cambiato.

DAVID

Come fa a sapere tutte queste cose?

GRACE

Dopo aver finalmente accettato l’esistenza di MaryAnn, e le assicuro che mi ci è voluto del tempo,

così come ce ne vorrà a lei, mi sono presa l’impegno di sapere. Per proteggere coloro a cui poteva

capitare di abitare in questa casa.

DAVID

Perché mai doveva prendersi la briga di proteggerli?

La signora Brentwood ha una smorfia di sofferenza.

GRACE

Perché un essere umano si prende la briga di proteggerne un altro?

DAVID

Mi dispiace.

La signora Brentwood si guarda attorno.

GRACE

Adesso devo andare, non mi piace stare in questa casa.

La signora Brentwood va alla porta, la apre ed esce.

La mdp inquadra David in figura intera.

Rivediamo, al rallentatore, MaryAnn come finora l’abbiamo sempre conosciuta: in penombra, con

abiti leggeri e piedi nudi o coi sandali.

DAVID

(farfugliando)

Oh, mio dio…

(poi, risoluto e rabbioso)

Stronzate.

Quasi d’istinto, David viene attratto dal quadro appeso sopra il caminetto, inquadrato in dettaglio.

La musica termina.

INT. STUDIO

David si sta muovendo lungo la parete orientale cercando il profilo della porta: la stanza è ben

illuminata. In sottofondo, Lux Aeterna di György Ligeti.

David trova le fessure parallele e fa scorrere le dita su e giù lungo quella di destra, individua il

fermaglio e lo preme: la porta si socchiude, lui la apre del tutto ed entra, facendo una smorfia a

causa dell’odore.

Respirando dalla bocca, David si dirige verso il quadro e lo porta dove c’è un po’ più di luce.

David fa scorrere un dito, visto in dettaglio, sulla superficie del quadro, ricoperto da una patina di

polvere grigiastra: guardandolo più da vicino, inoltre, riesce a distinguere un reticolo di minuscole

crepe.

David rimuove la polvere nell’angolo inferiore destro: si intravedono le lettere T.L. e sotto una data

scritta in numeri: David si avvicina ancora di più, socchiudendo gli occhi. Legge, e noi con lui, 26-7

e quindi l’ultimo numero, inquadrato in dettaglio: 28.

MARYANN

(f. c.)

David?

David rantola e si volta di scatto, per poco non cade. Fissa a bocca aperta il profilo di MaryAnn che

si staglia sulla soglia.

MARYANN

Ho dovuto aspettare finché non se ne fosse andata. Altrimenti…

(lo fissa)

David?

David muove la bocca, ma non riesce a parlare.

MARYANN

Che c’è?

(sembrando sinceramente preoccupata)

Stai bene?

DAVID

(mormorando)

Torna… torna indietro.

MaryAnn rimane immobile, in silenzio, per un po’.

MARYANN

David, che c’è?

Lui scuote la testa, fiacco.

MARYANN

Che ti ha detto di me?

Primo piano di David.

DAVID

Perché quel… perché quel quadro è datato 1928?

Primo piano di MaryAnn, che sorride, ma dura e amareggiata.

MARYANN

Allora è così. Ti ha detto che sono un fantasma. Non è vero?

Lui la guarda terrorizzato.

DAVID

Be’…

MARYANN

(sospirando)

Vieni a sederti vicino a me.

Ma David non si muove e MaryAnn distoglie di nuovo lo sguardo.

MARYANN

Le hai creduto, a ogni sua parola.

DAVID

MaryAnn, non le ho creduto, nemmeno un po’. Pensi che potrei dar credito a una cosa del genere?

Però quel quadro è datata 1928. Dimmi perché.

MARYANN

Perché quello è l’anno in cui è stato dipinto.

David, confuso, fa per parlare, ma si blocca.

DAVID

Il tuo ritratto?

MARYANN

Ho 23 anni, David.

David sembra più calmo.

DAVID

E Terry Lawrence? L’hai conosciuto l’estate scorsa?

MARYANN

Sì.

DAVID

Quanti anni ha?

MARYANN

Ventisette.

David la fulmina con lo sguardo.

DAVID

MaryAnn! Come fa ad avere 27 anni? Per l’amor del cielo, potrebbe avere un figlio di quell’età!

MARYANN

Sì, potrebbe.

DAVID

(sibilando)

Oh, per… E la donna nel quadro?

MARYANN

Mia madre.

David, pensieroso, si muove per la stanza.

DAVID

La signora Brentwood.

MaryAnn annuisce con la testa.

DAVID

Dimmi perché tua madre ha tentato di farmi credere che tu sei un…

(pausa)

Perché l’ha fatto?

MARYANN

Per spaventarti e farti scappare da me. Così sarei stata di nuovo sola.

DAVID

Perché?

MARYANN

Mi odia, David. Mi odia da così tanto tempo che non ricordo nemmeno quando è cominciato.

DAVID

Perché dovrebbe odiarti?

Primo piano di MaryAnn.

MARYANN

Perché sono giovane. Perché… dice che ho la bellezza che lei ha perso.

David sussulta.

DAVID

Ha spaventato e fatto scappare anche il figlio di Terry Lawrence?

MARYANN

(sussurrando)

Probabilmente.

(chiudendo gli occhi)

È malata, David: è molto malata

All’improvviso MaryAnn riapre gli occhi e gli si schiaccia addosso.

MARYANN

Stringimi, ti prego.

David esita.

MARYANN

Ho bisogno di te. Ti prego, non aver paura di me.

DAVID

(ridendo nervoso)

Paura? Santo dio, non penserai ancora che ho paura di te?

David la cinge con le braccia, affettuoso. MaryAnn si strofina contro di lui.

MARYANN

Amami, David. Fammi dimenticare.

DAVID

No.

MaryAnn lo guarda sgomenta. La musica termina.

DAVID

Voglio dire… non ti basta dimenticare i problemi, MaryAnn: devi risolverli. Devi…

MARYANN

(con violenza spropositata)

No! Non voglio farlo! Io voglio il tuo corpo, voglio dimenticare!

David la fissa, istupidito. L’espressione e il tono di voce di MaryAnn si fanno sofferti, pentiti.

MARYANN

Oh, David. Mi dispiace, tesoro: ti prego, perdonami.

MaryAnn gli bacia le mani e se le porta alle guance.

MARYANN

È solo che ti amo a tal punto che quando mi respingi perdo la testa. Ti prego, fa’ l’amore con me,

David.

David chiude gli occhi, combattuto.

DAVID

(con voce tremante)

MaryAnn, no. Me ne vado. Torno a casa con mia moglie. Ti chiedo perdono con tutto il cuore, ma

devo andare. La mia prima responsabilità è quella nei riguardi del mio matrimonio. Vorrei poterti

aiutare, ma non posso. Tu hai bisogno di molto di più di quanto io possa mai offrirti. Ti prego, non

odiarmi: non ho mai avuto intenzione di farti del male, posso giurartelo.

David e MaryAnn si guardano in silenzio. MaryAnn poi sorride.

MARYANN

Io non ti odio, David.

(lo bacia sulla guancia)

Ti auguro buon viaggio.

MaryAnn se ne va. David la guarda andare via, teso, triste, sollevato.

INT. SOGGIORNO

David è in soggiorno: Ellen rientra e lo guarda, sorpresa.

DAVID

Ciao.

Lei non risponde.

DAVID

Vuoi sederti?

Senza dire nulla, Ellen va a sedersi accanto a David.

DAVID

(dopo un attimo di silenzio)

Andiamocene a casa.

Ellen lo guarda indispettita.

DAVID

Non dovevamo venire qui.

ELLEN

Sarebbe meglio se non ci fossimo detti niente?

DAVID

No, è meglio che ci siamo parlati. Però… ecco, adesso abbiamo detto quello che dovevamo dire, il

problema è venuto alla luce. Non potremmo risolverlo a casa?

Lei non dice nulla.

DAVID

Questo non è il posto adatto.

Ellen lo fissa un attimo.

ELLEN

Forse hai ragione.

DAVID

Allora andiamocene a casa. Questo posto ci distrae, e non è un luogo familiare.

ELLEN

Ma perché non vuoi restare qui? Qui abbiamo chiarito le cose.

DAVID

È solo che qui non mi piace.

ELLEN

Perché? Perché qui i nostri problemi sono venuti al pettine?

DAVID

No. Cioè, forse. Non lo so.

Ellen sospira, sconfitta.

ELLEN

Oh, David: è il posto o è il problema?

David chiude gli occhi.

ELLEN

Più parliamo, più ho la sensazione che il nostro matrimonio negli ultimi anni sia stato una specie di

fallimentare gioco degli indovinelli… Ma anche così, non mi sono mai sentita lontana da te come mi

sento adesso.

Ellen si alza e attraversa la stanza, fermandosi infine ai piedi della scala.

ELLEN

Vado su a preparare le valigie. Torniamo a Sherman Oakes. Discuteremo del divorzio.

David rabbrividisce e ansima.

DAVID

No.

Ellen lo guarda in silenzio.

DAVID

Non lasciarmi, El. Ho bisogno di te, ti prego, non lasciarmi.

Ellen, colpita, torna da David: si siede accanto a lui e gli stringe le mani.

ELLEN

David… non ti lascerò, David. Non se hai bisogno di me, mai se hai bisogno di me. Ti amo tanto.

DAVID

Oh, io non ti amo soltanto. Esisto grazie a te.

David la bacia sulle labbra, poi si alza e la tira su.

DAVID

Muoviamoci. Raccogliamo le nostre cose e torniamocene a casa. Abbiamo tanto da fare.

Ellen si alza.

DAVID

Andrà tutto bene, troveremo la risposta. Ti amo, non ti lascerò mai.

Ellen lo stringe forte a sé.

ELLEN

Non farlo.

DAVID

Mai.

(poi, guardandola, preoccupato)

Sembri stanca.

ELLEN

Lo sono, solo un po’: sono stati giorni duri.

I due coniugi cominciano a salire le scale.

INT. CAMERA DA LETTO

Ellen siede sul letto.

DAVID

Alle valigie penso io, non preoccuparti.

ELLEN

Non voglio che faccia tutto da solo.

DAVID

Non c’è poi così tanto da fare.

David le sfila le scarpe e le solleva le gambe sul letto.

ELLEN

(con voce sempre più stanca)

Ti amo, David.

David si piega e la bacia con dolcezza.

DAVID

E io amo te. Senza di te non sarei nessuno.

Ellen sorride, mentre David va verso l’armadio e apre lo sportello.

DAVID

Dovrebbe esserci un volo verso le cinque o le sei che possiamo…

Mentre parla, David si volta e nota che Ellen dorme in maniera profonda. Lui la guarda e le sorride,

poi la copre con una trapunta.

STACCO

La stanza da letto è ora immersa nell’oscurità, è notte inoltrata: la luce lunare entra nella stanza.

Ellen sta ancora dormendo. David apre la porta e si avvicina al letto, scuotendola.

DAVID

Tesoro? Ellen? Sono le dieci passate: ho sistemato i bagagli in macchina, pulito casa, dobbiamo

solo partire.

Ellen però non si muove.

David la scuote ancora, ma Ellen non si sveglia.

David fa per scuoterla ancora, ma poi si blocca.

DAVID

(scrollando le spalle)

Amen.

David esce dalla stanza da letto.

La mdp mostra Ellen che dorme profondamente.

INT. CUCINA

David è al tavolo della cucina: sta scrivendo su un taccuino e mangia un sandwich al formaggio.

L’uomo scrive in maniera spedita, e si ferma soltanto per mangiare un boccone e bere un sorso

d’acqua.

La casa è nel più completo silenzio. Poi, in sottofondo, Concerto per violino e orchestra op.36 di

Arnold Schoenberg.

MARYANN

(f. c.)

David?

David balza con un rantolo. Si volta: MaryAnn è sulla soglia della porta, lo fissa.

La ragazza è del tutto nuda. La mdp la inquadra molto velocemente in figura intera, quindi torna da

David.

MARYANN

Sono venuta a salutarti.

Lui la guarda, incapace di muoversi, poi scuote la testa.

MARYANN

Perché no? Non c’è nessun pericolo.

Impotente, lui lascia scorrere il suo sguardo sul corpo di lei.

MARYANN

Per te. Solo un’ultima volta. Sai che lo vuoi.

Lei si fa avanti, gli occhi semichiusi, la bocca appena aperta.

MARYANN

Mi vuoi, non è vero, David?

David, frastornato, fa di sì con la testa e allunga la mano verso di lei.

MARYANN

Prendimi, David, prendimi!

Il volto di MaryAnn tocca quello di David, cominciano a baciarsi.

MARYANN

Non farmi aspettare. Adesso!

La musica termina.

Dissolvenza in chiusura.

Dissolvenza in apertura.

INT. CUCINA – MATTINA

La mdp inquadra in primo piano David: sta dormendo, agitato, sulla sedia. L’uomo è vestito.

Sentiamo, prima attutito, poi sempre più chiaro, un suono, prodotto dalla pioggia sferzata dal vento

sul vetro della finestra.

Con lentezza, David solleva le palpebre, volta la testa, che ricade subito di lato.

David tenta di tirarsi su ma non ce la fa. Solleva un braccio con fatica, controlla l’ora, inquadrata in

dettaglio: le nove e sedici del mattino.

L’uomo prova di nuovo ad alzarsi: stavolta ce la fa, ma ha un giramento di testa e deve rimettersi a

sedere.

La mdp ci mostra i suoi occhi: vitrei, dilatati.

David, e noi con lui, ascolta un rumore di passi per le scale.

Ellen entra in cucina, si ferma e lo guarda sorpresa.

ELLEN

Ehi, ciao.

DAVID

(tentando di sembrare calmo)

Ciao.

Ellen va a sedersi accanto a lui.

ELLEN

Come stai?

DAVID

Bene.

David, seppur faticosamente, la cinge con entrambe le braccia.

ELLEN

È proprio una giornata favolosa per partire.

DAVID

(grugnendo)

Davvero.

Lei scruta la sua faccia.

ELLEN

Hai dormito?

DAVID

Non molto, ho scritto tutta la notte e mi sono risvegliato un’ora o due fa.

ELLEN

Hai fatto colazione?

DAVID

Ho preso un po’ di caffè.

ELLEN

Vuoi mangiare qualcosa prima di partire? Potremmo fermarci lungo la strada per l’aeroporto, se

vuoi.

David, pensieroso, gesticola.

DAVID

Oh, perché non mangiare qui, allora? Finiamo le provviste.

ELLEN

D’accordo.

Ellen lo guarda di nuovo.

ELLEN

C’è qualcosa che non va, David?

DAVID

No. Perché me lo chiedi?

ELLEN

Era solo un’impressione. Sei sicuro di non voler mangiare lungo la strada?

DAVID

Dobbiamo consumare quel cibo. Voglio dire… c’è tempo. Tanto abbiamo già perso il volo del

mattino.

ELLEN

Ce n’è uno di pomeriggio?

DAVID

Immagino di sì.

ELLEN

Non abbiamo un orario con noi?

DAVID

Non mi pare.

Ellen annuisce, contrariata.

ELLEN

E non credi che sia necessario prenotare un volo?

DAVID

C’è tempo.

Ellen la fissa, David risponde allo sguardo con rabbia.

DAVID

Come mai non ti metti più la camicia da notte?

ELLEN

Cosa?

DAVID

Non hai sentito?

ELLEN

Ho sentito.

DAVID

E allora?

ELLEN

Non vedo che cosa abbia a che fare con…

DAVID

(con più rabbia)

Non vuoi rispondere adesso, vero?

ELLEN

L’ho portata per un sacco di tempo, David. Un sacco di tempo. Ma fra…

DAVID

Cosa?

ELLEN

David, non è né il tempo né il luogo giusto. Dobbiamo partire.

David stringe i denti, spasmodico.

ELLEN

Fra una notte in cui non ti importa niente di quello che indosso e una notte in cui vuoi sia una

puttana, semplicemente era diventato del tutto inutile mettermi una camicia da notte.

DAVID

Volevo che tu…

ELLEN

Lo neghi? Hai detto che ti facevano ribrezzo!

Ellen, esasperata, si alza di scatto.

ELLEN

Vado a preparare la colazione.

DAVID

Al diavolo la colazione.

ELLEN

Adesso non la vuoi più? Allora non c’è nessuna ragione per non partire, giusto?

David non dice nulla, teso.

ELLEN

Tu vuoi partire, vero? Lo vuoi, vero?

David le rivolge un sorriso velenoso.

DAVID

Te lo dirò quando lo saprò.

Ellen, con un gesto di stizza ed esasperazione, va alla porta: la apre e poi si volta verso il marito.

ELLEN

(calma)

Vado al più vicino telefono. Chiamerò l’aeroporto e prenoterò un volo. Dopo di che tornerò per

vedere se sei pronto a partire.

(breve pausa)

Se non lo sarai, andrò a casa senza di te.

Ellen esce, sbattendo la porta.

David resta un attimo immobile, poi boccheggia e geme.

DAVID

No… no… no!

Da fuori, si sente una macchina fermarsi davanti alla casa. Speranzoso, David si precipita alla porta

e la spalanca. L’uomo si trova però davanti la signora Brentwood.

GRACE

Mi aspettava?

DAVID

Io…

GRACE

Ho incrociato sua moglie.

David entra in casa, e la signora Brentwood lo segue.

GRACE

State andando via, vero?

David annuisce con la testa.

GRACE

Partite tutt’e due, vero?

Di nuovo, David annuisce.

GRACE

Quando ho visto la vostra macchina ancora parcheggiata fuori, questa mattina…

David la guarda, pensoso.

GRACE

(rispondendo allo sguardo)

Signor Wheeler, lei parte, vero?

DAVID

(quasi urlando)

Vuole che glielo metta per iscritto?

GRACE

Santo dio, che aggressività. Siamo arrivati all’aggressività.

David stringe le mani a pugno, viste in dettaglio.

DAVID

Immagino che significhi qualcosa.

GRACE

Significa, mio caro David, che se lei non riesce a lasciare questa casa oggi, potrebbe non lasciarla

mai più. Sano di mente, intendo.

David ridacchia, facendo vesti osceni.

GRACE

Mi stia a sentire!

DAVID

Quanto deve odiarla. La sua stessa figlia.

Primo piano della signora Brentwood: sorride, amara.

GRACE

Di nuovo, l’ha detto di nuovo. Non è la prima volta. Lei ovviamente ci ha creduto… è una bugiarda

così abile.

La mdp stringe sulla signora Brentwood.

GRACE

MaryAnn era mia sorella.

David sembra oscillare e cadere a terra.

GRACE

Non avevo intenzione di dirglielo. L’ho già detto al povero sventurato che impazzì… non servì a

niente, naturalmente. Non credette a una sola parola di ciò che gli dissi.

DAVID

(alzando la voce)

Nemmeno io, signora Brentwood.

La signora Brentwood non dice nulla.

DAVID

Trovo alquanto sospetto che ancora una volta lei non mi abbia fornito una sola prova concreta, che

deve esistere

(ironico)

specialmente se lei è sua sorella. Un certificato di morte, per esempio. Articoli di giornale.

GRACE

Esistono. Li ho a casa.

DAVID

(deciso e ironico)

Dove senza dubbio rimarranno. Senza essere visti da nessuno a parte lei.

La signora Brentwood alza le spalle.

DAVID

Mi perdoni se le parlo così francamente, ma lei deve avermi preso per un idiota. Un fantasma fatto

di carne? Che respira? Con cui posso fare l’amore?

Lei non dice nulla e lui resta interdetto.

GRACE

Ci sono stati casi comprovati di fantasmi le cui apparizioni, a tutti i sensi dei testimoni, erano quelle

di essere viventi. Respiro e sesso compresi. Ma questa è un’altra bugia, me la sono inventata adesso.

La signora Brentwood va alla porta e la apre.

GRACE

Un’ultima bugia prima di andarmene. Lei è così stanco in questi giorni perché sta agendo da

medium: il corpo con cui ha fatto l’amore consisteva in ogni minimo dettaglio di cellule del suo

stesso corpo. E adesso addio. Si diverta.

La signora Brentwood esce. David resta immobile, confuso.

INT. CUCINA – POMERIGGIO

Ellen entra nella cucina: David alza di scatto la testa, la bocca pastosa, gli occhi arrossati e i capelli

scarmigliati.

David fissa Ellen mentre lei si ferma di fronte a lui.

ELLEN

Ho trovato l’aereo. Hai intenzione di partire.

David ha un’espressione furiosa.

DAVID

Vattene da qui.

Ellen comincia a piangere.

ELLEN

Non ti capisco, David. Sul serio, non ti capisco più.

David ha un risolino sarcastico.

DAVID

Peccato.

(allusivo)

Lascia che ti informi. Finalmente so che voglio. Non te, non il matrimonio.

Ellen si muove verso le scale, David la segue.

DAVID

Non voglio essere un marito, un padre. Che noia. Voglio sesso. Lussuria. Depravazione. Voglio

donne. Voglio puttane, non frigide isteriche come te.

(la sua voce sale di tono, divenendo stridula)

Che Dio ti stramaledica, levati dai piedi prima che ti uccida!

Cacciando un urlo animalesco, David si avventa contro la moglie, che però riesce a salire sulle scale

e a correre nella stanza da letto.

David cade a terra, poi si rialza, più calmo e rilassato.

DAVID

(correndo sulle scale)

Ellen, perdonami. Ellen. Portami via di qui. C’è qualcosa di orribile in questa casa. Non io. Ti prego

portami a casa.

Con velocità, David raggiunge la porta della camera da letto. Oltrepassa la soglia, e vede Ellen

appoggiata alla testata del letto, che lo fissa.

La donna è per metà seduta e per metà bocconi: ha sfilato la gonna e ha la camicia aperta. Si tiene i

seni e si dimena. In sottofondo, Kammersymphonie no.9 di Arnold Schoenberg.

David la guarda, a bocca spalancata e imbarazzato.

DAVID

Ellen… non farlo… Non sai quello che stai facendo.

ELLEN

(con voce strana)

Idiota, sei tu che non lo sai. Avere un corpo. Riuscire a sentirlo e ad accarezzarlo. Avere un corpo

vero.

David si limita a osservare la moglie, stravolto.

DAVID

MaryAnn?

ELLEN

(c. s.)

Chi? Sono tua moglie

(sorride lasciva)

Hai detto che volevi sesso, depravazione, puttane. Ci penserò io.

Ellen, in primo piano, ha il viso deformato, rosso per l’eccitazione. David, dopo un momento di

incertezza, esce dalla stanza, chiudendola, mentre Ellen urla e ringhia animalesca. La musica

termina.

EST. SPIAGGIA

David sta andando alla sua auto e proprio in quel momento arriva la signora Brentwood.

GRACE

Le stavo portando quelle cose che mi ha chiesto di vedere.

DAVID

Ormai non hanno più importanza: si è impossessata di mia moglie.

La signora Brentwood lo fissa a bocca aperta.

GRACE

Oh, no.

DAVID

Vuole entrare in casa con me?

Lei non risponde.

DAVID

Ovviamente lei ha fatto uno studio sui… fantasmi. Deve sapere come si fa a metterli a riposo. Non

esiste qualche rituale? Un modo per…

Primo piano della signora Brentwood.

GRACE

Non esiste.

David la fissa incredulo.

DAVID

Non esiste?

GRACE

No.

DAVID

Be’, io non ci credo. Lei sapeva abbastanza da rispondere a ogni domanda che le ho posto! Io credo

che lei sappia benissimo come liberarsi di lei!

GRACE

Se sapessi come liberarmi di lei non crede che lo avrei fatto anni fa?

David si passa una mano sul volto.

DAVID

Lei sa, ma non vuole farlo, vero?

GRACE

(sbottando)

E va bene! Io so come liberarmi di lei, ma non voglio farlo! Perché non voglio darle pace!

David resta in silenzio.

GRACE

Non l’ha data a me, perché dovrei darla a lei? MaryAnn ha fatto morire l’unico uomo che abbia mai

amato: Terry Lawrence. Per lei Terry era solo un corpo con cui giocare. Darle la pace? Glielo dico

io quello che le darò: quello che continuo a darle da oltre cinquant’anni. Giustizia. Ogni volta che

capita qualche inquilino maschio lo lascio stare per qualche giorno, facendole credere che riuscirà a

conquistarlo. Poi lo metto in guardia e mando all’aria i piani di MaryAnn, la privo dell’unica cosa

per la quale esiste. Giustizia, signor Cooper. Una punizione meritata.

DAVID

Allora non era per me. Lei non era preoccupata di salvarmi. Voleva solo accertarsi che MaryAnn

rimanesse sola.

GRACE

Sì. Lasciarla sola è l’unica cosa per cui io esisto.

DAVID

E cosa c’entra mia moglie in tutto questo?

Primo piano di Grace Brentwood.

GRACE

Certamente MaryAnn la lascerà quando la novità di possedere di nuovo un corpo verrà sopraffatta

dai suoi stessi limiti.

DAVID

E quando dovrebbe succedere?

GRACE

Non ne ho idea.

Primo piano di David.

DAVID

E nel frattempo, signora Brentwood?

Lei non risponde e lui la guarda sprezzante.

INT. STANZA DA LETTO

David apre la porta ed entra nella stanza. Riprende, in sottofondo, Kammersymphonie no.9 di

Arnold Schoenberg.

Ellen è ancora a letto, ora del tutto nuda. La donna viene però inquadrata in primissimo piano: è

truccata in modo pesante, quasi grottesco, ed è intenta ad ammirarsi allo specchio, che ha sistemato

in fondo al letto.

David la guarda, disperato.

DAVID

MaryAnn?

Lei continua a guardarsi facendo scorrere le mani lungo il corpo.

DAVID

Tanto vale che mi guardi.

ELLEN

(spostando lo sguardo)

D’accordo, sto guardando. E anche tu.

David abbozza un sorriso. Ellen parla sempre con una voce strana, non sua.

DAVID

Perché non dovrei guardare?

ELLEN

Perché non dovresti? Sono tua moglie.

David finge di sembrare interessato mentre guarda cosa fa la moglie.

ELLEN

Ti piace?

David annuisce.

ELLEN

Vuoi farlo tu?

DAVID

(sospirando con falsa complicità)

Magari.

ELLEN

Allora togliti i vestiti.

David deglutisce.

ELLEN

Nervoso? Con tua moglie?

DAVID

No.

ELLEN

Be’, allora deciditi, amore. Oppure dammi la chiave così potrò trovarmi qualcun altro con cui

giocare.

DAVID

(un po’ incerto)

Che ne diresti dello studio?

ELLEN

Lo studio?

Ellen si mette a sedere, sorridendo.

ELLEN

Se insisti.

(il sorriso scompare)

Però vedi di fare del tuo meglio.

Ellen scende e gli va di fronte.

ELLEN

(mordicchiandogli il lobo dell’orecchio)

Sicuro di volere aspettare?

DAVID

È più bello nello studio.

ELLEN

Non credo tu voglia fare qualcosa. Dammi quella maledetta chiave e andrò a trovarmi un uomo.

DAVID

O io o nessuno: non ti lascerò uscire di qui.

David le mette un braccio sulla spalla e la conduce verso la porta.

DAVID

Andiamo.

I due coniugi escono. La musica termina.

INT. SCALE/STUDIO

La mdp inquadra David ed Ellen frontalmente.

DAVID

Hai dimenticato come ci si trucca.

Lei gli rivolge un’occhiataccia.

ELLEN

Se a te non va bene, ce ne sono tanti altri a cui piace, bastardo.

David sorride.

DAVID

Che brutto modo di rivolgersi a un uomo che sta per amarti.

ELLEN

Non è l’amore che voglio.

DAVID

No. Non lo è.

All’improvviso, lei si libera con uno scatto, gli afferra un braccio e lo trascina giù per le scale, verso

lo studio: spalanca la porta e lo scaraventa dentro.

Una volta nello studio, Ellen trascina David verso il divano, quindi va ad aprire le tende, poi torna

da lui e gli afferra di nuovo le braccia, mettendosi seduta sul divano.

DAVID

Devo dirti una cosa… Ellen.

Gli occhi di lei si socchiudono.

DAVID

Ho avuto una relazione. Con quella MaryAnn di cui ti ho parlato. L’abbiamo fatto su questo divano.

Lei lo fissa, visibilmente confusa.

DAVID

Niente da dire? Non ti importa? Ti lascia indifferente il fatto che abbia commesso adulterio proprio

qui, dove stai seduta tu?

ELLEN

(ringhiando)

No! Perché dovrebbe importarmi?

DAVID

Posso rivederla e a te non importa?

Lei storce la bocca, guardandolo in silenzio.

DAVID

Non te ne importa niente?

ELLEN

No!

Primo piano di David.

DAVID

No, certo che no. Perché tu non sei mia moglie.

Il volto di Ellen si deforma.

ELLEN

Lurido bastardo!

David la spinge all’indietro mentre lei cerca di alzarsi.

DAVID

Ti sei tradita. Spero che tu non sia così stupida da fingere ancora di essere mia moglie.

L’espressione di rabbia sul volto di Ellen si dissolve e fa spazio a un sorriso.

ELLEN

Ma io sono la tua dolce mogliettina.

David la studia, confuso e sconfitto.

ELLEN

È per questo che mi hai portato qui. Per convincermi che non sono tua moglie?

(emette un suono di dileggio)

Sei proprio un idiota.

David, disperato, siede accanto a lei e le prende la mano: lei la allontana.

DAVID

Stammi a sentire.

ELLEN

(tentando di alzarsi)

Non puoi costringermi.

David le prende un polso.

DAVID

Tu non vai da nessuna parte. Tanto vale che mi stia a sentire, perché non lascerai questa casa.

Lei accenna un sorriso, sprezzante. David alleggerisce la pressione, ma continua a stringerla.

DAVID

Avere un corpo è una cosa meravigliosa, ma ancor più meraviglioso è avere una mente, un’anima.

Che tu ancora possiedi. Ma la metti sempre più a repentaglio ogni minuto che passi in questa casa…

e dentro mia moglie.

David le solleva un braccio.

DAVID

Questo non è tuo. Non è il tuo corpo, tu lo sai. Tu sei morta, MaryAnn. Puoi mentire quanto vuoi,

ma sai bene che non sei viva, che illudi te stessa fingendo di esserlo. Per l’amore della tua anima,

lascia mia moglie e molla la presa su questo mondo. Non ne fai comunque più parte.

ELLEN

Zitto. Zitto. Zitto!

DAVID

Ti sto dicendo la verità Mary…

ELLEN

(urlando)

Zitto!

DAVID

(eccitato)

La lascerai? Fa’ almeno questo. Non puoi restare per sempre dentro di lei.

Lei sorride e per un momento a Ellen si sostituisce MaryAnn.

ELLEN

Credo che tu sia uscito di senno. Come fai a parlarmi così? A tua moglie?

DAVID

E va bene, se è questo che vuoi.

(dopo una breve pausa)

MaryAnn… non avrai mai la possibilità di usare questo corpo. Ti controllerò ogni secondo, finché

resterai in questo corpo non avrai mai un altro uomo. Mi capisci, MaryAnn? Mai! Farai meglio a

lasciarla, MaryAnn, e a lasciarla adesso. Aspettati un’interminabile agonia, MaryAnn.

Un’interminabile agonia e nient’altro…

David si interrompe, e la testa di lei si piega in avanti, quasi cadendo: David la afferra al volo,

fissandola sgomento, incerto. Quindi David si scuote e la lascia cadere all’indetro, sollevandole le

gambe e deponendole sul divano: prende la coperta e gliela mette addosso, avvolgendogliela

intorno.

Primo piano di Ellen: apre gli occhi.

ELLEN

(singhiozzando)

David?

Lui la fissa, inebetito, poi le fa scorrere una mano tremante sulla sua guancia.

DAVID

El… tesoro.

David la bacia sulle guance, sulle labbra, sul collo.

DAVID

Grazie a dio, grazie a dio.

ELLEN

(guardandosi attorno)

Che è successo? Mi sento così fiacca.

Lui fa un debole sorriso.

DAVID

È una lunga storia, El, una lunga storia. Ti racconterò tutto sull’aereo.

ELLEN

Stringimi, David.

David l’abbraccia. Ellen si guarda intorno, perplessa.

ELLEN

Perché siamo qui?

DAVID

È parte della storia, El. E che storia… non ci crederai.

David la stringe di nuovo, con più calore.

DAVID

Sarà meglio che ci prepariamo a partire.

Lei gli sorride, con una strana dolcezza.

ELLEN

Amore?

DAVID

Che c’è?

ELLEN

Prima di andare, faresti l’amore con me?

David, raggelato, la guarda.

ELLEN

David?

DAVID

(a voce bassa)

Basta con questa pagliacciata.

David balza in piedi, fulminandola con lo sguardo.

ELLEN

Non capi…

DAVID

Piantala, MaryAnn! So chi sei!

ELLEN

(a bocca spalancata)

Ma che ti prende, David?

DAVID

Sono un cretino, ecco che mi prende. Avrei dovuto immaginarlo che non ti saresti arresa tanto

facilmente.

(sarcastico)

“Fare l’amore”. Non riesci nemmeno a dirlo in modo convincente.

Lei non dice nulla.

DAVID

(sdegnato)

Tu e il tuo grande amore per Terry Lawrence. La sola cosa che ami è la carne, MaryAnn.

ELLEN

Sono Ellen, tesoro, sono tua moglie. Perché adesso non mi leghi al divano?

David la guarda, sprezzante.

DAVID

Molte persone a Los Angeles conosce mia moglie, sa come si comporta. Non riusciresti mai a

convincerli. Quando vedranno come ti comporti tu si metteranno in fila per farti sbattere in un

ospedale psichiatrico, e credimi che non sarà bello essere in un posto del genere. In compenso, però,

se lasci mia moglie io la porterò via e tu potrai avere questa casa tutta per te. Tua sorella del resto

non vivrà a lungo.

David fa una pausa.

DAVID

Deciditi.

(quasi urlando)

Deciditi!

Ellen si stringe nelle spalle.

ELLEN

Bene, se è questo che vuoi, io non posso impedirlo.

DAVID

MaryAnn…

ELLEN

Non sono MaryAnn, tesoro. Sono Ellen, sono tua moglie.

David, senza preavviso, comincia a sospingerla verso la porta.

ELLEN

(allarmata)

Che cosa credi di fare? Che fai?

DAVID

Non capisci? Ti porto a casa.

Lei, il volto deformato, gli dà uno schiaffo.

ELLEN

(d’ora in poi con la voce di MaryAnn)

Lasciami!

Ellen (continuiamo a chiamarla così) fa per colpirlo di nuovo ma David para il colpo.

DAVID

(urlando)

Non puoi andare via, vero? Hai paura di lasciare questa casa!

Lei sibila e comincia a scalciare, a graffiare, mentre David la trascina verso il corridoio.

ELLEN

Lasciami andare, bastardo!

DAVID

Sei MaryAnn, vero?

ELLEN

Sì, sì!

DAVID

Vattene da mia moglie!

ELLEN

Non posso.

David le torce di nuovo il braccio.

DAVID

Puoi.

Lei scuote la testa, gemendo.

DAVID

Esci da lei o giuro che ti porterò fuori da qui.

(ancor più risoluto)

Libera mia moglie!

ELLEN

(urlando per il dolore)

Non posso!

DAVID

Dannazione, vattene da lei!

Lei, improvvisa, lo colpisce alla guancia col gomito sinistro. David urla e barcolla.

ELLEN

Non lo farò!

David, ancora stordito, va verso di lei.

ELLEN

(fulminandolo con lo sguardo)

Sta’ lontano da me.

DAVID

E tu esci da lei!

Ellen sorride in modo spaventoso.

ELLEN

Va bene. Uscirò. Ma se non posso avere questo corpo, non potrai averlo nemmeno tu!

Ellen ruota su se stessa e corre verso la finestra: David fa per correrle dietro, poi si trattiene. Ellen si

avvicina alla finestra, chiude le mani a pugno come se volesse sbatterle contro il vetro, ma poi si

blocca.

DAVID

Allora, che stai aspettando?

Ellen comincia a singhiozzare.

ELLEN

Oh dio, oh dio, oh dio. Vivere di nuovo. Nessuno conosce lo strazio, il tormento! Senza corpo! Io

voglio il mio corpo! Prendetevi pure la mia anima, ma ridatemi il mio corpo!

Sempre singhiozzando si accascia sulle ginocchia afferrandosi al davanzale della finestra. David la

guarda, pietoso, e a passo pensante si avvia verso di lei e poi le si mette accanto.

DAVID

MaryAnn?

Lei continua a piangere.

DAVID

Vattene, non restare più in questo posto. Qui non c’è altro che dolore.

ELLEN

Non posso.

DAVID

Perché, MaryAnn?

ELLEN

Ho paura. Ho paura dell’oscurità: è là fuori. Io ne ho paura e non voglio andarci da sola.

DAVID

E se non fossi sola?

ELLEN

Se… non fossi sola?

DAVID

Lasceresti mia moglie se venissi con te?

Entrambi si guardano. David prende la mano della moglie, e con l’altra rompe il vetro della finestra.

Subito David comincia a sanguinare.

Lei si libera la mano con uno strattone.

ELLEN

Povero David. Sta per morire…

(sogghignando)

E io resterò tutta sola con questo magnifico corpo. Mia sorella non potrà più allontanare gli uomini

da questa villetta. Potrò avere tutti quelli che voglio.

David si rialza con qualche sforzo e la guarda.

DAVID

La villetta… la villetta… Sei prigioniera qui. Anche nel corpo di mia moglie, non puoi lasciare la

villetta. Tu sei morta qui e, qualsiasi cosa tu voglia fare, sei costretta a rimanere qui.

David le si lascia addosso, improvvisamente. Lei cerca di fare un salto all’indietro, ma scivola

ricadendo su un ginocchio. David le afferra il polso destro e la tira su: comincia a spingerla verso la

finestra.

ELLEN

Che fai?

Lui non dice nulla: lei cerca di fare resistenza, ma non ci riesce. David la trascina, lei inizia a

dimenarsi e a scalciare.

DAVID

(urlando rabbioso)

Ci liberiamo di te!

Ellen/MaryAnn urla: David la trascina sul divano, la stringe a sé poi balza all’indietro, fracassando

la finestra e gettandosi fuori dalla casa.

Dissolvenza in chiusura.

Dissolvenza in apertura.

INT. CAMERA DA LETTO – SERA

In basso appare la scritta: Qualche mese dopo.

La mdp ci mostra David, a letto, pensieroso.

La camera da letto dei coniugi Wheeler è elegante e ben tenuta: una grande finestra dà una vista

spettacolare su Los Angeles di notte. Di fronte al letto, una toeletta.

L’uomo, sbarbato e coi capelli corti, sembra essersi ristabilito.

La porta del bagno si apre e ne esce Ellen: ha i capelli tinti in modo leggero e indossa una lunga

camicia da notte azzurro pallido.

La donna appare in gran forma.

David la guarda e le sorride.

DAVID

Ti amo, El.

ELLEN

Anche io ti amo.

Ellen va a sedersi di fronte alla toeletta.

DAVID

Dico sul serio, El. Non sono solo chiacchiere. Non hai idea di quanto ti amo. Non ne hai idea perché

da molto, troppo tempo non te lo dico. Ma è vero, ti amo. Tu sei la mia gioia, la mia felicità. Sei la

mia vita, El.

ELLEN

Ci ameremo sempre, sempre.

David annuisce, Ellen guarda nello specchio il marito e sorride increspando gli angoli ai lati della

bocca.

Dissolvenza in chiusura. Partono i titoli di coda con in sottofondo Volumina di György Ligeti.

Arcadia Productions

ha presentato

Un film di

Mark Romanek

La donna di Logan Beach

da Ghost di Richard Matheson

Una produzione di

Gennaro Saviano

per conto dell’Arcadia Productions

Scritto e prodotto da

Gennaro Saviano

Con

Russell Crowe…David

Robin Wright…Ellen

Mila Kunis…MaryAnn

Samantha Eggar…Grace Brentwood

Musica

Lux Aeterna di György Ligeti

Verkläkte Nacht, op. 4 di Arnold Schoenberg

Cinq Incantations per flauto di André Jolivet

Cinq Danses Rituelles per orchestra di André Jolivet

Lontano di György Ligeti

La mano sinistra di Hans Werner Henze

Volumina di György Ligeti

Missa Uxor Tua di André Jolivet

Concerto per violino e orchestra op.36 di Arnold Schoenberg

Kammersymphonie no.9 di Arnold Schoenberg

Fotografia

Adam Kimmel

Montaggio

Barney Pilling

Casting

Kate Dowd

Scenografia

Mark Digby

Costumi

Rachael Fleming

Steven Noble

La produzione desidera ringraziare

Andrea Carbone e le ragazze e i ragazzi di Cinematik

la famiglia Saviano: Maria, Carmela Di Silvestro, Orazio e Carmela Brusini

Teresa Ascenzi, Barbara e Marianna Capasso, Maria Rosaria Capasso, Pasquale Capasso,

Raffaela Felicia e Teresa Cerisoli, Massimo D’Aponte, Luca De Cristofaro, Angela Del Prete,

Nadia e Silvia Guarino, Maria Pellegrino, Michele, Francesco e Angelo Perotta, Laura

Sagliano (e Mario e Angela e Ciro e Annalisa), Domenico Tarantino

e tutti gli amici della pagine Facebook Michael Fassbender Mania Italy e Michael Fassbender

Fans e i fan della pagina Facebook Sweet Keira Knightley Italia

 

Di Giuseppe Bonsignore

Fondatore di Cinematik.it nel lontano 1999, appassionato di Cinema occupa il suo tempo impiegato in un lavoro molto molto molto lontano da film e telefilm. Filmaker scadente a tempo perso, giornalista per hobby, recensore mediocre, cerca di tenere in piedi la baracca. Se non vede più di 100 film (al cinema) all'anno va in crisi d'astinenza.

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